"Spianato" il Passo della Forcella (by Job)
Dopo il non entusiasmante mega giro dell'altra settimana (che pero' ha rimpolpato un po' i muscoletti delle gambe) , ho deciso di fare un giro come piace al "tartarugo": dislivelli impossibili ma senza fretta e senza stress di consumi, cadenze, velocità medie da rispettare.
Così ho scelto l'ascesa a "passo della forcella" : dietro questo nome che più anonimo non si può, si nasconde invece una delle salite più difficili in Europa e forse nel mondo:
Infatti salite.ch la dà all'8° posto assoluto come difficoltà, al 4° in Italia e tra le salite oltre i 2000 punti, al 3° come pendenza media.
Per me, si tratta del secondo "2000" dopo la Scanuppia che feci (per gran parte a piedi) con la mitica "lancillotto" (nanobrompton).
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E' una giornata stupenda di fine estate, posteggio il potente SUV nell'abitato di Ovaro (da dove ricordo parte anche la mitica ascesa al kaiser Zoncolan) e sono pronto a partire con la fida Haibike che ha ancora un raggio rotto, ma non resistevo più a non utilizzarla (raggio in arrivo grazie al solito ferronis che qui ringrazio pubblicamente per l'ennesimo favore) .
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La salita non è molto impegnativa fino al primo abitato di Luint:
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Chi pero' fosse già stufo, puo' già fermarsi qui a rimirare il paesaggio su questa panchina che , secondo me, ne vale già la pena.
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Dopo poco si arriva a Mione, ultimo centro abitato, qui c'e' anche una bella fontana per riempire le borracce, tutto è carino e curato, compresa la fermata dell'autobus.
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Subito dopo l'ultima casa di Mione la strada entra nel bosco e c'e' il solito cartello che sembra ammonire: "lasciate ogni speranza voi che entrate ..." paventando pendenze del 28% .
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In realtà la salita non inizia proprio da infarto e l'asfaltatura è fresca fresca e la carreggiata insperabilmente piuttosto larga.
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Di colpo, il bosco si apre con uno squarcio in un poggio meraviglioso, dove una casettina in legno appoggiata su un tappeto verdissimo domina la valle e due signori se la godono facendo merenda.
Non posso non fermarmi a fare loro una foto e i complimenti: sono stupiti di tanta mia ammirazione, io spiego loro che per chi fa l'impiegato fantozziano, posti così se li sogna di notte !
Loro mi spiegano che sono in pensione e se la godono, l'aria qui fa bene anche ai cervelli perchè non mi chiedono se la bici si ricarica in discesa e capiscono al volo che il motore aiuta sì, ma che bisogna metterci anche del proprio, mi invitano pure a bere qualcosa con loro, ma io ringrazio e vado avanti...
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La salita si fa sempre più cattiva, non è come la scanuppia che ha il peggio all'inizio, questa è sempre peggio più si sale, ma io non mi scompongo, col mio passo da tartarugo vado su un pedale dietro l'altro.
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Ogni tanto, tra un abete e l'altro intravedo la cima e mi sembra ancora lontanissima.
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Il bosco comincia a diradarsi, segno che siamo belli in alto ormai:
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Ma ecco che l'asfalto tiratissimo, lascia il posto al cemento rigato, per esperienza so che quando è così , la pendenza di solito diviene al limite del possibile:
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E così è, siamo sul famigerato 28%, per non impennarmi devo stare tutto in avanti e sblocco pure la forcella, ogni fessura sul cemento c'e' il rischio di impennare.
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Ma non sarà questo serpentello di cemento a fermarmi:
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Sembra che ci siamo ...
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In effetti qui la strada finisce proprio, quindi deduco che sono in cima !
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Mentre adocchio un bel tavolo per la merenda e mi compiaccio con me stesso e faccio i complimenti alla mia cavalcatura che quassù finalmente viene battezzata col nick "the lift" assolutamente meritato, vedo l'ombra di un giganteso rapace su di me e uno spostamento d'aria mi fa trasalire ...
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Il gigantesco rapace è in realtà un bellissimo esilenziosissimo aliante, che spettacolo !!!
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Qui qualcuno che non aveva il bosch ci ha rimesso le penne ...
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Ma non penserete che la gita è finita qui, oltre la sella, c'e' infatti uno sterrato a dir poco invitante:
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Che ben presto, torna ad essere una striscia bianchissima di cemento in mezzo ad un incredibile anfiteatro:
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Ci sarebbero anche varianti hard, ma le lascio agli amanti del downhill:
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Ricomincia lo sterrato e vedo in lontananza una malga:
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Potere delle fiabe, passa un secondo ed eccola raggiunta:
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Se i posti precedenti vi sembravano dozzinali per il picnic, vi aspetta questo tavolo (la foto non rende ma dal tavolo ai monti di fronte c'e' un'intera vallata) .
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Procedo in discesa fino a reincontrare l'asfalto ed un cartello che mi chiarisce dove sono:
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Dopo questo guado che presumo possa diventare impegnativo dopo una violemta pioggia o al disgelo, si ricomincia a risalire:
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La salita è bella cattiva, in un attimo queste mucche ...
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... diventano così:
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Eccoci alla malga Gerona:
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Da adesso in poi, la fotocamera del telefonino si mette a far la matta, ma tranquilli, non ero sul pianeta rosso:
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Nè sono tornato indietro al tempo del bianco e nero:
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Fine della salita (e degli scherzi fotografici), devo raggiungere quella malga lì sotto:
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Che ci vuole ? Eccoci, devo solo stare attento a non finire nella piscina !
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Da qui in poi mi aspetta un lunghissimo discesone nei boschi per raggiungere la val pesarina:
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Trovo anche un mega porcino, ma forse lo gradiranno più i castori ...
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C'e' anche il servizio raffreddamento freni:
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Ancora un ponte sul torrente e sono in val pesarina, la stessa della settimana scorsa:
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Potrei tralasciare quindi il ritorno all'auto, ma voglio mostrarvi alcune chicche che l'altro sabato non ho neanche visto perche' pensavo solo alla media da tenere:
Una delle tante casette idilliache lungo la strada:
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Calcinara:
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Casa stile Hansel e Gretel :
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In questa valle c'e' la sede dell'antica fabbrica di orologi "Solaris", e se ne vedono di belli un po' dappertutto, inoltre a Pesariis c'e' un vero e proprio museo dell'orologio.
Eccone uno dedicato al giro d'italia, visto che passerà di qui:
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In fine, vabbè che saro' stanco, ma questa volta il campanile è proprio storto di suo:
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Ecco tutto l'anello che ho fatto:
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Conclusione:
gita meravigliosa, difficile da dimenticare !!! Grazie anche a quel piccolo grande ascensore della mia haibike, non per niente ribattezzata da adesso "the lift" e finalmente finita in firma come merita
Ad maiora !