A Passo Folungo con Alice (by Cirano)

Ieri, complici una bella giornata e qualche giorno di vacanza dall’Università di mia figlia Alice, abbiamo deciso di salire con le BEPAs al passo Folungo. Veramente avrei dovuto andarci con “Rossana”, ma lei subito dopo ferragosto ha pensato bene di partire per l’Australia e io mica potevo stare in casa ad aspettarla …

Decidiamo di partire poco sotto Piancavallo per evitare di fare fuori tutta la batteria sull’asfalto, ci facciamo dunque portare da mia nipote Viviana fino a quota 1.200 metri in modo da poter ritornare fino al piano in bici. Immagine:

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Dopo aver rimontato le ruote anteriori qualcosa non va, un pattino del freno tocca contro il cerchione, dopo un po’ di tira e molla ci accorgiamo di aver invertito le ruote dei mezzi (in gran parte identici). Ho infatti sostituito i penumatici da mountain bike con quelli da trekking per avere maggiore scorrevolezza sull’asfalto, cosa che rendeva praticamente indistinguibili le due ruote!

Si riparte, direzione Alpe Colle e Pian Vadà. Sul tracciato della storica via linea Cadorna di cui ho parlato in una altro post. Incontriamo i resti dell’ospedaletto militare, ormai in rovina, mi consola pensare che non ha mai ospitato feriti d’arma da fuoco.

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Continuiamo a salire giulivi, indulgendo al nostro narcisismo:
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Ma la “bestia” è là in cima che ci aspetta a quota 1711 metri di altitudine, ci attende questa strada:
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Sotto di noi gruppi di baite, ormai abbandonate da anni, mostrano le “rughe” del tempo ma, come autentiche Signore della montagna rurale, non perdono il loro fascino.
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Intravvediamo il bivacco in cima al passo, recentemente ristrutturato a cura del Parco Nazionale della Valgrande, sorge nel luogo in cui c’era il vecchio rifugio distrutto durante i rastrellamenti nazi-fascisti del 1944
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La fatica aumenta ma la meta s’avvicina, ancora un tornante e una rampa con pendenza intorno al 10%, resa più difficoltosa dai sassi che sono stati trasportati dagli acquazzoni che non vengono più raccolti dalla “cunetta” ormai satura di materiale
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Ci scambiamo le BIPAs perchè la mia, dovendo trasportare 80 kg, comincia ad essere in riserva sparata, le passo allora i poco più di 40 di Alice e salgo sul nuovo “cavallo elettrico” con quasi tutte le tacche della carica a disposizione ne approfittiamo per godere del meraviglioso colpo d’occhio frutto della nostra fatica prima di raggiungere la cima
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Eccoci, obiettivo raggiunto!
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Il tempo si mette al brutto, speriamo di non prendere l’acqua o, peggio, di non fare la fine delle capre che ogni tanto vengono “arrostite” dai fulmini che su queste cime non scherzano
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Giusto il tempo per mangiarci un panino e per l’untima foto “trofeo” e si scende a capofitto fino al piano
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Alla fine abbiamo percorso 45 km, e “strizzato” le batterie fino all’ultima scintilla di corrente. La discesa era intervallata da un breve tratto in salita che Alice ha fatto a bici esaurita con il solo apporto muscolare e qualche spintarella del papà che “ciuciava” gli ultimi residui di corrente dal proprio mezzo!
Per i dettagli tecnici del percorso, non disponendo di tecnologie GPS soofisticate, rinvio a questo sito di MTB che riporta un tracciato in gran parte sovrapponibile al nostro. http://www.itinerari-mtb.it/piancavallo-val-grande-rifugio-pian-di-vada/
P.S. questa volta sono riuscito a inserire le foto, ma ho seguito un giro "macchinoso", vedrò di migliorare, portate pazienza

 

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