Ritorno a casa... e mi iscrivo al club dei 100!!!

NOTA: questo report è relativo alla seconda parte del percorso iniziato QUI ma, date le peculiarità del risultato finale ho ritenuto fosse il caso di innalzarlo al rango di discussione autonoma!

Sbrigati i molteplici impegni e commissioni romane della mattinata, finalmente si riparte... seguo le onnipresenti Mura Aureliane fino a Porta Pinciana, nel punto in cui inizia la celebre Via veneto della "dolce vita" (che è un altro modo molto meno poetico per dire "che vita idilliaca!") quando, proveniente dai Propilei delle aquile (uno degli ingressi monumentali di Villa Borghese) sento l'inconfondibile odore di pedelec, con un lieve sentore di motorizzazione Panasonic!

Metto meglio a fuoco e mi accorgo che quello seduto all'angolo del monumento è proprio lui, Dipigi in persona! Al suo fianco la fida Flyer

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Scherzi e battute a parte, ovviamente era un incontro concordato, per farci insieme un breve giretto romano...

Dopo i saluti ed una decina di minuti con qualche goccia di pioggia pomeridiana ci avviamo in direzione della Villa (oggi museo) Borghese con l'aria che si è temporaneamente rinfrescata

Giriamo intorno a questo "palazzo scrigno", a pochi metri da noi, dentro le sue mura, Caravaggio, Raffaello, Bernini, la celebre Paolina Borghese del Canova e mille altri capolavori!


Si pedala nel Parco dei Daini, che era un tempo riserva del principe popolata fino all'800 da daini e gazzelle!

Una curiosità sul parco dei Daini che ho appena scoperto anche io...

Una volta passato alla gestione pubblica, a fine ottocento, in breve tempo il parco era già pieno di detriti! Nei primi del '900 il presidente della SS.Lazio Ballerini si fece assegnare dal comune la concessione di creare qui un campo di gioco e, abilmente, nominò un Maggiore del Genio del Regio Esercito come vicepresidente.
Il maggiore del genio, come biglietto di presentazione inviò un plotone a spalare i detriti e a spianare il prato. Dal 1906 al 1913 quindi il Parco dei Daini fu il campo delle partite di calcio della Lazio.
Una mattina del 1913 però, mentre si giocava una gara tra Lazio ed Audace, la palla calciata da Fernando Saraceni colpì in pieno viso una nobildonna in carrozza. Era la moglie, Clementina Utili, del prefetto di Roma Angelo Annaratone che, per punizione, sfrattò i biancocelesti...
QUI una foto di una partita della Lazio al Parco dei Daini, era il 1909!

Attaccata al muro di confine del Parco dei Daini ecco una parte secondaria della "Prospettiva del Teatro", del 1615, con decorazioni a rilievo.


Al punto di noleggio delle bici elettriche più volte trovato chiuso, finalmente c'è qualcuno! E circa una decina di bicione comunali sono a spasso per Villa Borghese e dintorni... avranno saputo del nostro giro? Quando sulla nostra strada incontriamo un furgone officina di una nota ditta di bici elettriche ne ho la certezza matematica, hanno saputo che c'è in giro Dipigi e vogliono farsi belli ai suoi occhi!

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Al Pincio, dopo aver aiutato alcune giovani turiste straniere a farsi la foto di gruppo con panorama romano, le stesse insistono per fotografare me e Dipigi con le nostre bipe in primo piano e Roma alle spalle...
hmm... turiste sfizzero-teteskhe inviate ripettivamente da Flyer e Kalkhoff per immortalare i noti jobikers nell'occasione?
Sia chiaro, non cediamo i nostri diritti d'immagine se non dietro lauto compenso!


Proseguiamo scendendo dall'altura del Pincio verso Piazza di Spagna, ecco il passaggio davanti alla rinascimentale Villa Medici, che al suo interno custodisce collezioni d'arte e giardini strepitosi! E' sede dell'Accademia Francese a Roma


Per evitare un tratto trafficato di Via del Babuino, passiamo dalla celebre Via Margutta, la via degli artisti, oggetto di tanti quadri e canzoni!
Proprio agli artisti è dedicata questa provvidenziale fontanella che rappresenta un insieme dei simboli degli artisti. Da una base triangolare si alzano due cavalletti da pittore sulle cui mensole poggiano i due mascheroni, uno triste l'altro allegro, a sottolineare le alterne fortune della categoria


A Roma più che in altri luoghi ogni nome di strada ed ogni oggetto ha una sua storia, pesso curiosa!

Ad esempio (per rimanere in tema fontane) la centralissima via del Babuino, deve il suo nome a questa statua... nel 1571 fu installata qui una fontana per la cui realizzazione fu collocata la statua del Sileno che vedete, divinità classica legata alle sorgenti ed alle fontane.
Ben presto, la statua divenne famosa agli abitanti del rione per la sua bruttezza, a tal punto da paragonarne la figura ad una scimmia: nacque così "er babuino", che divenne col tempo il nome stesso della strada.


Gira gira, eccoci al Pantheon con l'obelisco al centro della piazza antistante in primo piano...


Altra simpatica curiosità, a pochi metri dal Pantheon c'è la bella Piazza della Minerva, con la Chiesa di Santa Maria sopra Minerva e il piccolo obelisco al centro della piazza, sorretto da un elefantino di marmo opera di Gian Lorenzo Bernini a cui è legata una curiosa storiella...


"...com'è noto, i romani amano dare soprannomi a tutti, perfino alle statue; ma "pulcino della Minerva" è davvero un modo bizzarro di chiamare il piccolo elefante di pietra che regge un obelisco, situato in una piazza alle spalle del Pantheon.
Nel 1665, nel giardino di proprietà del convento domenicano annesso alla chiesa fu rinvenuto un piccolo obelisco, alto circa 5 metri e mezzo, con iscrizioni in geroglifici sui quattro lati. Papa Alessandro VII decise di farlo erigere davanti alla chiesa di Santa Maria. Per poter scegliere una base per il monumento diversi architetti di fama sottoposero i loro progetti ad una commissione papale. Uno di essi era un prete domenicano, Padre Domenico Paglia che propose un modesto progetto celebrativo della famiglia del pontefice...
Il papa respinse il progetto ed interpellò Gianlorenzo Bernini... dei molti disegni presentati, fu scelto l'elefante, quale rappresentazione simbolica della forza: ...è necessaria una robusta mente per sorreggere una solida sapienza dice l'iscrizione su uno dei lati del monumento.

Nel progetto originale l'animale non aveva alcun sostegno, quindi il peso dell'obelisco avrebbe gravato interamente sulle zampe dell'elefante. Ma padre Paglia, piuttosto invidioso dopo che la sua idea era stata scartata, obbiettò che "nessun peso perpendicolare avrebbe dovuto poggiare sul vuoto perché non sarebbe stato solido né durevole", quindi sarebbe stato necessario inserire un cubo di pietra sotto il ventre dell'elefante.

Bernini si oppose fieramente a questa modifica, avendo oltretutto già realizzato altre opere nelle quali elementi pesanti gravavano su spazi vuoti (un esempio di ciò è la sua famosa Fontana dei Fiumi a piazza Navona), ma il papa decise comunque che il supporto avrebbe dovuto essere aggiunto.
L'artista tentò allora di mascherare il rude cubo di pietra scolpendo un'elaborata gualdrappa dell'elefante che lo nascondesse, ma nonostante il tentativo la statua si mostrava in complesso molto appesantita.

Per questa ragione, dopo il suo innalzamento nella piazza, avvenuto l'11 luglio 1667 (nel frattempo il papa era morto da una quarantina di giorni), la gente cominciò a chiamarla il Porcino della Minerva. In seguito il nome mutò in Pulcino forse per un semplice motivo fonetico: persosi col passare del tempo il ricordo del fatto, porcino fu probabilmente confuso con purcino, che è appunto la forma dialettale romana per pulcino."

Bernini meditò una vendetta per castigare il domenicano che aveva osato sfidarlo: nella versione definitiva disegnò l'elefante in modo che puntasse le terga verso il vicino convento, con la coda leggermente spostata, come a salutare padre Paglia e gli altri frati in maniera piuttosto ...scurrile!


Come al solito mi lascio prendere dal giro e mi sto dilungando... Un ottimo gelato con Dipigi (con turni di guardia alle preziose bipe) e ci salutiamo, ognuno ai suoi impegni, io al via del tragitto in salita verso casa!

Lungo la strada che ripercorro in solitaria incontro la macchina da scrivere, ehm, scusate, il nome corretto è Altare della Patria


Poi, passando da via dei Fori Imperiali vedo fra le mille belle cose i Mercati Traianei, il Colosseo
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La Basilica di San Giovanni in Laterano e la vicina ed antica porta Asinaria, ancora molto ben conservata, nelle solite Mura Aureliane

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La bella Chiesa di S.Croce in Gerusalemme, al suo interno sono custodite alcune famose reliquie fra cui quelli che secondo tradizione sarebbero frammenti della croce, qui portati da gerusalemme ai Tempi di S.Elena, madre dell'imperatore Costantino (ne avevo visitato il mausoleo in mattinata, la cosiddetta Tor Pignattara").

A sinistra della chiesa, i musei dei corpi militari dei Granatieri e della Fanteria, alle spalle non visibile il Museo Nazionale degli strumenti Musicali, attualmente chiuso...



Tornando verso casa incontro Vicolo dell'acquedotto Felice


Gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà


Da qui la strada è tutta salita, e per raggiungere il mio obiettivo finale dovrò anche allungarla di parecchio (25Km totali circa di saliscendi in prevalente salita da 30 a 768 m slm) ecco un esempio prima di Frascati

ma la faccio breve... Frascati, Monte Porzio Catone, Monte Compatri e Rocca Priora sono le tappe (un poco faticose) di questo strappo finale
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Da qui Roma è ormai lontana e molto in basso, nella valle all'orizzonte, i paesi della foto sono Monte Compatri a sx e colonna più in basso a dx[/b]

Le foto mi sono stufato di caricarle, tanto di giri nei Castelli ne faccio a iosa e prima o poi capiterà di pubblicarle... per farla breve, quando, dopo la ridiscesa da Rocca Priora a Colonna arrivo a casa (discesa non necessaria se non per allungare il giro) posso scattare una foto al gps del cell.

ma ora vi saluto che ho da fare...

 

...devo andare ad iscrivermi al prestigioso club dei 100 e più!

Ciao a tutti, L.

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