Piccole manutenzioni al lago di Castel Gandolfo

Domenica mattina, tempo spettacolare, mi sveglio presto, saluto la famiglia e con la batteria sotto il braccio vado a risvegliare la bipa, obiettivo il Lago Albano (o di Castel Gandolfo) dove mi sono dato appuntamento per un caffè con il prode jobiker Lambair, sbipato a causa dei postumi di una influenza…


...Questa volta inizio direttamente con il video, lasciando a voi la scelta se vederlo subito o leggersi prima la descrizione, in ogni caso buona visione/lettura!


Parto di buon ora, ma leggermente più tardi del previsto, il percorso scorre tranquillo sotto le ruote della mia bici, due parole con qualche muscolare incuriosito dalla bipona, passo Frascati e mi dirigo verso Grottaferrata, le vigne, gli uliveti e brevi tratti di bosco mi fanno da contorno in una delle zone scelte per la loro superba posizione fin dai tempi degli antichi romani… unica nota leggermente stonata, un leggero movimento, come da pedale lento, fra una spinta e l’altra sui pedali.

Mi fermo un attimo, per controllare se perdo qualcosa, i pedali sono stretti, ma qualcosa si muove anche se in modo poco più che impercettibile.
Non corro il pericolo di perdermi il motore per strada, quindi proseguo verso Marino e, passato il vallone che incrocia la Via dei Laghi proseguo sulla Maremmana Inferiore verso Castel Gandolfo.

Sono sul bordo di uno dei crateri dell’antico vulcano laziale che, nei millenni è divenuto il lago Albano o di Castel Gandolfo, giro per il ripido discesone che porta con svariati tornanti al lungolago e in pochi minuti di uno spettacolare panorama sono a destinazione.

Il lago visto dalla strada proveniente da Castel Gandolfo

“Senta, ma queste sono quelle biciclette che vanno da sole? Ma si ricaricano pedalando?”
Ecco un altro che non ha nulla da fare, penso fra me e me, ma la voce è inconfondibile…
Lambair mi voleva beffare!
Ci salutiamo ringraziando jobike per aver permesso una ulteriore nuova conoscenza e mentre chiacchieriamo ovviamente delle nostre cavalcature, accenno al movimento percepito ai pedali.

In poco tempo siamo sul lungolago con gli attrezzetti minimi da viaggio sparsi sul marciapiede

Smontiamo il carter per verificare il tutto…

Tolto il carter, verifichiamo che si tratta dei tre dadi che tengono il motore “appeso” al telaio da serrare, un loro leggero allentamento ha permesso il lieve gioco percepito al pedale, verificato che non si trattasse di nulla di grave e, mancando proprio la chiave adatta a serrare il tutto, decido di accorciare la via del ritorno, ripercorrendo in gran parte lo stesso tracciato percorso all’andata.


C'è tempo per gustarsi un poco il panorama del lago...


Poi ci gustiamo un ottimo caffè e, fatta qualche foto ricordo, riparto per l’altra via, più ripida e lunga, che permette di “scavalcare” il crinale uscendo questa volta sulla via dei laghi.

Da questo versante la residenza estiva del Papa si specchia scenograficamente sul bacino lacustre

Mi fermo lungo la salita per qualche foto e qualche video, altrimenti che racconto ai miei amici jobikers?

Una panoramica del lago ripresa dall'alto scattata con il cellulare


Lambair mi aspetta sulla sommità per indicarmi un altro punto panoramico, poi ci salutiamo e riprendo a malincuore la via del ritorno (quello previsto inizialmente era un percorso ad anello con ritorno fra i boschi attraverso i “Pratoni del Vivaro” per un’estensione di ca. 65/70 Km! ...sarà per la prossima occasione )

Ancora qualche foto del lago...




Pedala pedala, me ne arrivo tranquillo fino a Frascati, Bricofer è aperto, faccio spesa di chiavi ed attrezzi vari e torno a casa.


Lungo la strada incontro ancora angoli meritevoli di qualche foto:

Un bel fontanile

Qui la bipa si mette in posa per una foto...

Le campagne dei Castelli Romani ed i loro colori autunnali...

Arrivo alla base e completo subito l’intervento di serraggio, che è rapido ed indolore, diciamo che domenica, a poco più di 300Km percorsi, ho passato il rodaggio… ho l’occasione per rimirare il motore impulse da vicino, la trasmissione diretta al mozzo permette di avere tutto rinchiuso nella scocca, nessun tendicatena o altro organo in movimento che non siano quelli in comune con le muscolari, un dramma (forse) per gli smanettoni, una gioia (spero) per chi è contento così e vuole avere meno problemi possibile!

il serraggio dei dadi


Alla fine ho comunque percorso 45,30Km e la batteria della mia bipa ha spento solo due dei suoi cinque led…
(3 led su 5 corrispondono ad una percentuale fra il 60% ed i 40%, considerato che il quarto si era spento pochi km prima dell’arrivo è presumibile che la batteria avesse almeno un buon 50% di carica disponibile)

Computerino e batteria a fine percorso...

Il profilo altimetrico


...se continuo così e conquisto ancora un poco di forma fisica, prima o poi mi iscrivo al club dei 100 con singola batteria, grazie bipa e grazie Jobike!!!

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