Il mio solito giretto romano e la silenziosa fine delle bipe comunali!

Link al report originale su Jobike

Posto quattro foto e quattro chiacchiere del freddo e grigio pomeriggio di ieri, un'ora circa a disposizione e troppi giorni di astinenza da bipa mi hanno fatto salire in sella alla pieghevolina nonostante il freddo pungente per la nostra città (1 °C al termometro di una farmacia lungo la strada)

I "grandi magazzini" cominciano a preparare gli addobbi per il Natale

Mi infilo dentro Villa Borghese per questa piccola pedalata pomeridiana, ne ho proprio bisogno per scaricare qualche giornata lavorativa niente male...

La villa è quasi deserta, pedalo pensando a quanto è diversa da come appare nelle stagioni calde, quando mi ritrovo a costeggiare uno dei più piccoli cinema di Roma, il cinema appunto "dei piccoli" che in pomeridiana proietta cartoni animati et similia mentre la sera programma film impegnati...

Mi riviene in mente quella volta tanti anni fa che un'amica dell'epoca, studentessa di filosofia, mi ci portò (senza preannunciare di che film si trattasse) a vedere "Heimat 11" fra l'altro in tedesco con sottotitoli in inglese la trama la trovate qui - è facile intuire come quella fu l'ultima volta in cui l'accompagnai al cinema!

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Itinerari della grande guerra in bipa (by Adriano Gecchelin)

Questo report ha lo scopo di ripercorrere in BIPA alcuni luoghi che sono stati protagonisti della grande guerra del 1915-18 e che mostrano ancora le ferite della medesima; dove abito è spesso frequente attraversarli nei giri in bici e fra non molto vi saranno le celebrazioni del centenario; la guerra non è bella da celebrare ma i morti ci sono stati su tutti i fronti e, almeno quelli, vanno ricordati.

Mi piacerebbe non essere il solo a postare qui dentro e chi vuole può inserire i propri itinerari in BIPA aventi lo stesso tema.
Inizierò con il Monte Civillina raggiungibile facilmente per molte vie salendo sia dalla Valle dell'Agno che dalla Valleogra.



Queste due foto le ho scattate Domenica 1 Dicembre sulla sommità del Monte Civillina; la giornata si prestava ad un giro in bici e quel luogo è vicino a casa mia; per raggiungerlo non devo spostarmi con l'auto ma mi basta prendere una strada comunale a poche decine di metri da casa mia.. io abito in collina in una frazione di Schio;



Il percorso è sostanzialmente una carrabile, recentemente ampliata dal Comune di Schio, che consente di raggiungere la strada che dal Passo Zovo porta verso il Monte Civillina;


Sul tragitto mi soffermo presso questa casa semi ristrutturata; non hanno mai finito perchè probabilmente troppo isolata..


Si prosegue nel bosco un pò in ombra..


sono numerosi i bikers che si incontrano per la strada..ma non faremo lo stesso percorso;



l'ultimo tratto in salita è una strada militare ben restaurata negli ultimi anni;


Si cominciano a vedere le prime opere militari;i soliti buchi scavati nella roccia;


Sulla cima c'è un pò di neve, la bandiera issata e parecchia gente in quanto una troupe fotografica trevigiana sta utilizzando dei figuranti per un servizio che sarà pubblicato su una rivista belga nei prossimi mesi.



I reperti:



 




Se devo dire la verità non sono venuto qui per esclusivamente per i reperti ma perchè il Civillina offre una visione fantastica su tutte le Piccole Dolomiti..


Il gruppo del Carega verso la Lessinia veronese...

Il gruppo del Sengio Alto...


Il Pasubio già visitato da Nicot..


Qualche zoomata...
L'Incudine,il nome che darò alla prossima bipa se mai la farò.. i se sono obbligatori dopo i 50 anni considerato che "la vita è ciò che accade mentre stai facendo progetti".. si vede chiaramente la strada che porta al Rifugio Papa mentre l'Incudine è la scaglia di roccia con la forma squadrata;


L'Ossario Militare sul passo di Pian delle Fugazze che ti porta in Trentino;


I monti di Recoaro già visitati nel report La conca di smeraldo;


Il Novegno già fatto assieme a Roger.. anche se la foto è stata scattate qualche chilometro prima;



Un omaggio alla bipa che mi portato fino a qui ritratta in un'area di sosta per picnic;


La discesa avviene inizialmente per la stessa strada militare della salita in quanto, dopo un colloquio con un ragazzo munito di Corratec in carbonio evito di fare il sentiero del Sentinello e opto per scendere verso Valdagno. Scendendo, non mi faccio mancare il Montegrappa innevato sullo sfondo;


La discesa è piacevole, la strada panoramica dal buon fondo e il sole rendono tutto meraviglioso..



Si arriva a valle e riesco nell'intento di restare sulla riva del torrente senza andare nella strada asfaltata che porta a Recoaro; qualche foto del torrente..




Per ritornare a casa, dovrei salire il passo Zovo ma opto per una via secondaria passando per contrade arroccate sulla collina..




Arrivo al passo Zovo, e velocemente, dopo qualche chilometro in ombra, a casa, ancora illuminata dal tiepido sole delle 14.



Per i freddolosi: non sono uscito con il completino da bipa ma con una tuta da sci di colore lilla dismessa negli anni novanta ma ottima per i climi invernali. Ridicola ma efficace.


Di seguito una mappa orientativa del percorso ed il suo file gpx per i più comuni smartphones e dispositivi gps

2013-12-04 080236

Laghi di Varese e Comabbio (by Popo)

Ciao a tutti, dopo una settimana trascorsa sotto l'acqua finalmente il fine settimana ci regala qualche schiarita, così domenica pomeriggio approfitto del tempo asciutto per fare un giro sulle ciclabile dei laghi di Varese e Comabbio raggiungo la località Schiranna dove si stanno svolgendo le regate nazionali di fondo (canotaggio) e noto con piacere di non essere il solo in bipa...



Sono arrivato qui pedalando da casa che dista circa 10 km, chi vuole può arrivare invece con il propio mezzo ed usufruire del comodo parcheggio provvisto anche di camper-service. La ciclabile parte subito in prossimità del parco Zanzi oggi desolatamente deserto ma in stagione calda frequentatissimo dai locali e dai turisti. Peccato che nonostante gli sforzi l'acqua del lago è tutt'oggi interdetta ai bagnanti per il suo alto livello d'inquinamento...




Seguo la direzione verso Cazzago Brabbia e poco prima di Capolago incontriamo il famoso Aermacchi MB326 che serviva per l'addestramento avanzato per i piloti militari che dovevano usare i jet a rezione, ha volato la prima volta nel 1957



procedendo si supera un centro commerciale e si raggiunge la pittoresca Chiesa della Madonnina del Lago di Azzate che fu edificata prima in forma di Oratorio nel 1697. bella la leggenda riguardante la storia di un nobile cavaliere che disperatamente cercava di raggiungere l’amata sposa in una rigida notte invernale. Giunto sulla sponda di Gavirate non si accorse che quello che riteneva un vasto campo ricoperto di neve altro non era che la superficie gelata del lago e al galoppo del suo destriero lo attraversò. Una volta arrivato ad Azzate seppe da un contadino del pericolo che aveva corso e lasciò a quell’uomo una borsa di denari per erigere una cappella, in voto, nel punto che aveva raggiunto incolume.



Peccato che i colori foschi e soprattutto le mie scarse qualità di fotografo non rendano giustizia ai bellissimi panorami che si possono gustare lungo la pista...





Lo sguardo non può non spaziare verso la Vetta del Monte Generoso (al quale sono particolarmente legato)


Una foto alla mia bici non può mancare




In un prato faccio questo incontro con dei pastori che praticano ancora una certa forma di trasumanza (arrivano dalla bergamasca) e l'immagine mi ispira un clima da presepe Natalizio...



Giunto in località cazzago Brabbia si possono visitare delle ghiacciaie splendidamente conservate



Una tradizione locale molto radicata e legata alla pesca nel Lago di Varese ha permesso la diffusione di questi edifici che caratterizzano i paesaggi del borgo.Note in dialetto come "giazzér" hanno una storia affascinante: costruiti in pietra, furono edificati alla fine del diciottesimo secolo, scavati in terrapieni profondi circa dieci metri,si presentano con tetti di forma conica simili a dei trulli.
Queste costruzioni vennero innalzate allo scopo di poter conservare il ghiaccio e il pesce pescato nel Lago di Varese.Queste ghiacciaie venivano di volta in volta riempite con lastroni di ghiaccio che si staccavano dal lago d'inverno; durante la stagione più fredda, il Lago di Varese si ghiacciava quasi totalmente, e proprio in questi periodi i pescatori di Cazzago arpionavano con uncini i lastroni di ghiaccio tagliati con la scure e li trascinavano nelle loro barche.
Questi blocchi di ghiaccio venivano poi avvolti in coperte e trasportati tramite carri all'interno di questi edifici, dove il ghiaccio si conservava addirittura per un anno intero.


dopo la veloce visita a questo caratteristico luogo proseguo lungo la pista.


In prossimità dello stabilimento Husqvarna oggi purtroppo in chiusura dopo che la vecchia propietà BMW l'ha ceduta alla KTM che non ha alcuna intenzione di continuare la produzione in loco lasciando a casa un centinaio di dipendenti più il vario indotto...


Un'ennesima riprova della decadenza del nostro paese e dell'incapacità di chi ci governa (la provincia di Varese era ricca di insediamenti produttivi all'avangardia che sono spariti o drasticamente ridimensionati...)

Con un po' di rabbia e tristezza per il futuro di tante famiglie della zona riprendo il viaggio e imbocco una strada sterrata che collega il lago di Varese con quello di Comabbio. praticamente si attraversa la palude Brabbia, oasi faunistica protetta dalla LIPU che quest'anno compie 30 anni


Dopo circa 3 km eccomi sulla ciclabile di Comabbio il cui lago è un'oasi naturalistica ricca di piante acquatiche, la profondità massima è di 8 m.
La ciclabile è lunga circa 12 Km di cui 650 m. su strada provinciale.

bellissimo il contesto ambientale anche se sicuramente merita di più in primavera o inizio autunno








uno dei punti più suggestivi è l'attraversamento di questa passerella in legno dalla quale si ha una visione sublime dello specchio d'acqua







Compiuto tutto il giro riprendo il collegamento con il lago di Varese e mi appresto a tornare a casa (60 km circa).

Con questo ultimo scatto che cattura il tramonto sul massiccio del Campo dei Fiori ed il borgo di Sacro Monte auguro a tutti ottime e appaganti pedalate...in bipa. Ciao



Rocchetta, paese fantasma in decadimento (by Iw6cpk)

Leggo su un libro di escursioni che nella provincia di Ascoli Piceno esiste un paese fantasma ormai completamente spopolato e abbandonato dal 1970 a causa di continui flussi migratori verso le città.
Il suo nome è Rocchetta, e non la troverete in nessuna carta geografica, e si trova a 10 km da Acquasanta Terme.
Decidiamo di partire con le Flyer io ed il mio solito amico di avventure.
Raggiungiamo comodamente la città di Ascoli Piceno con il treno e da lì cominciamo la spedizione esplorativa.


Sono solo 30 km quasi completamente in salita su strade asfaltate a partire da 150 metri slm fino a 800 metri s.l.m, quindi nulla di impossibile.
Inizialmente la salita è quasi un falsopiano, ma poi quando lasciamo la statale e saliamo sulle colline la musica cambia. La pendenza nel tratto finale superava il 20% (a occhio direi che si sfiorava il 25%)e la strada era sterrata, quindi il mio amico con la sua citybike con nexus 8 ha tribolato parecchio. Io sono salito con meno fatica grazie alle ruote da 26x2.10 e cambio dualdrive.


Eravamo un po' demoralizzati perché sembrava non si arrivasse mai a questo benedetto paese, tanto che avevamo pensato di avar sbagliato strada.


Ecco il mio amico che si ferma per fare una sosta dopo lo strappo sullo sterrato che l'ha messo k.o.


Finalmente, dopo l'ennesimo tornarnte, appare in lontananza il paese


L’antico centro rurale di Rocchetta è totalmente abbandonato e si compone di varie costruzioni dalle caratteristiche architettoniche uniche. Il Borgo si sviluppa in altezza, appoggiando le fondamenta sulle molteplici terrazze naturali di arenaria, pietra tipica di questi luoghi.


Le strutture sono perfettamente integrate con il territorio perché costruite sfruttando il naturale andamento delle pareti rocciose presenti che, spesso, fungono da muro di perimetrazione creando dei suggestivi esempi di case-caverna.


In questo modo, i fabbricati, un tempo dimore, botteghe artigiane o stalle, si sposano armoniosamente con la natura circostante, tanto da disegnare un unico ambiente dove il confine tra la zona di verde incontaminato e quella “urbanizzata” sembra quasi non esistere.


Lasciamo le bici e ci incamminiamo all'interno del paese. Le abitazioni abbandonate a se stesse vengono lentamente consumeta dal tempo. I tetti sono sfondati, muri crollati ed entrare all'interno del paese è abbastanza pericoloso.

Ci inoltriamo con molta cautela per scattare qualche foto in un silenzio surreale quasi macabro.


Alcune abitazioni risultano comlpletamente sventrate internamente come quella della foto sotto:


Non ce la sentiamo di entrare all'interno delle abitazioni per paura che il soffitto possa crollare da un momento all'altro..

E' veramente un peccato che questo luogo, che sembra fuori dal tempo, non venga valorizzato e reso facilmente accessibile ai comuni mortali. Il tempo finirà di distruggere tutto.

Il rientro tutto in discesa è stato veloce e piacevole. E' stata una bella escursione in bipa, leggermente impegnativa verso il tratto finale ma ne è valsa sicuramente la pena.
Buon inizio di settimana a tutti.