Girovagando nella Bassa Bolognese (By Norma)

Non sarei mai capace di fare dei report precisi e dettagliati come quelli di leonardix e pilotaDD nè surreali come quelli di claudio02 e quindi farò un report alla mia maniera, riassumendo un po' alcuni giri fatti in questo periodo.

Grazie alla bipa, ho finalmente riscoperto la Bassa Bolognese e posso quindi portare avanti un progetto che avevo in mente da diverso tempo: gironzolare senza meta e fotografare quello che più mi colpiva, soprattutto case abbandonate. E' una cosa che avevo già tentato di fare un po' di anni fa, ma con scarsi risultati, usando la macchina, ma per quello che avevo in mente avevo bisogno di un mezzo di trasporto lento (cosa puoi mai vedere da una macchina, soprattutto se sei tu a guidarla?) e col quale fosse semplice fermarsi e parcheggiare.

Insomma, appena l'orrido caldo si è placato, io e la mia fida Pixolina siamo partite in esplorazione e, ovviamente in diversi giri, abbiamo incontrato:

una casa pericolante a Calcara


un emporio per tutti i gusti a Mezzolara di Budrio


una bellissima casa abbandonata sotto un cielo cinematografico in una via dal nome poetico di "Via Cantapoiana"


una casa abitata in un posto dal poco poetico nome di Maddalena di Cazzano

un cimitero per animali a Malalbergo





un ex negozio di scarpe ad Altedo



una casa in vendita non so più dove



Insomma, immagino possiate capire il mio entusiasmo per questi miei giretti e ringrazio ancora chi mi ha aiutata a trovare la bici adatta a me e alle mie pedalate da 15km/h

Oggi purtroppo piove ed ho dovuto rimandare il mio giro, ma al più presto conto di ripartire: la Bassa Bolognese è grande e ci sono un sacco di posticini interessanti da vedere.

 

Non ci vedevamo da un Plezzo (by 8grunf)

Bovec, ieri Plezzo e prima ancora Ampletium, importante crocevia romano tra la Regio X Venetia et Histria ed il Norico, sulla importante direttrice verso i passi del Predil e della Moistrocca,
è adagiata sulla sua splendida conca...

Nonostante la premessa, il fortunato esploratore della valle qui non vi troverà altro se non Natura: aspre vette, profonde gole scolpite da torrenti impetuosi, forre irraggiungibili, montagne tormentate dall' uomo e dagli elementi, trafitte da mille abissi carsici: luoghi che non dispensano emozioni ma vibrazioni intense pari a scosse telluriche come quelle che da sempre la scuotono.

Qui si scatenano gli appassionati dello sport d' avventura di mezza europa raggiungendone i vertici assoluti: gli speleonauti nelle gelide voragini del Monte Canin e Rombon, i Kayakisti più forti nelle gole dell' Isonzo, Tolminka, Uçja e mentre gli amanti del parapendio affollano i decolli del Monte Stol e gli adepti del Canyoing si divertono nelle strette degli affluenti minori,
i condannati alla MTB muscolare sudano sulle piste e le mulattiere che tracciano con infinite cicatrici queste alture.

Qui borghi e villaggi sono insignificanti, paiono ospiti spaesati che non parlano bene la lingua; quasi anonimi condividono il loro esistere con la forza prorompente che li circonda.

Ok, mi sono lasciato prendere la mano..l' alta valle dell'Isonzo è questo si ma non solo, anzi: chi alle scariche adrenaliniche predilige l' armonia dei paesaggi alpini ed i suoi nobili silenzi qui troverà ciò che cerca.

Il desiderio è raggiungere il villaggio attraverso il valico di Uccea in macchina e da lì iniziare a pedalare in direzione Nord verso il Prelaz Vrsiç, Passo della Moistrocca svoltando pero' molto prima per risalire la piccola Val Lepena fino al rifugio posto ai piedi del sentiero/mulattiera di accesso al Krnsko Jezero, il Lago del Krn.

E' anche una ricognizione, perchè salire in bipa al Lago è una cosa che mi frulla da un po'...
accidenti a Google Heart.

Seguitemi in questo giro tranquillo e un po' freddo, partiamo dalla conca di Bovec verso l' alta valle dell' Isonzo ancora avvolta dalle nebbie mattutine e dalle ombre del Polovnik mentre a valle di Saga, il sole irrompe già sulla piana di Ternovo ob soçi.






Il centro di Plezzo.

Il paesino è stato parzialmente ricostruito e ristrutturato dopo il sisma del 1998



E dove prima c' era la Discoteka...oggi abbiamo la Pizzerija che offre grande scelta: Capriccijosa, Romanska, Napoletanska e altre delicije.

Ai tempi (lontani) della prima (la discoteka), ricordo di aver pranzato alla Gostilna Martinov; l' ottima palacinka e la pelliccia di un povero orso esposta con grande orgoglio nella sala...

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Al parcheggio il mitico, immancabile Tomos


La bella strada che porta ai due passi appena fuori dall' abitato.



Da adesso in poi tutto un susseguirsi di zone ombreggiate (e freddine) o di bel sole costeggiando in saliscendi la destra del Soça.



Qui le passerelle sono quasi da panico e la bipa si volta dall' altra parte per non guardare!

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Il traffico è quasi assente, qualche trattore e autocarro carichi di legna da ardere, pochissime auto, una sola con le canoe al seguito...
i soliti tedeschi.

Attraverso pedalando e fotografando Kal Koritnica e Zaotoki, in breve svolto a destra in direzione Lepena e sono sul piccolo ponte
che attraversa uno dei punti più stretti e impressionanti del Soça, la Velika Korita che tradotto significa Grande gola.

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Il fiume è gonfio per le piogge dei giorni scorsi e così appare dopo 750 m di forre meandriformi:


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Attraversato il ponte proseguo sulla sponda sinistra fino alla confluenza del torrente Lepena in prossimità di un bel campeggio.

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La rotabile che conduce al Rifugio Klementa Juga, ex caserma della Finanza, corre su massicciate in pietrisco e si snoda nella parte terminale attraverso boschi di faggio che fino alla prossima estate non vedranno il Sole.

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Qui parte il sentiero per il lago del Krn e per le bici NIET! (neanche quelle col Bosch, incredibile....)

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Con le pive nello zaino ritorno sui miei passi.

Riprenderò la strada principale che costeggia la Grande Gola e mi acconteterò del brivido delle sue passerelle...


(la seconda foto è mossa ma non volevo...le mie ginocchia non sussultavano a tempo con il ponticello!)

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Su di nuovo sempre all' ombra fino all' abitato di Soça dove attraverso di nuovo il fiume e inizio la discesa verso valle su belle stradine fino a trovarmi di nuovo sul ponte a valle della Grande Gola.

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Dopo un paio di Km passo nuovamente sulla sponda sx e trovo una pista forestale che mi porterà a salire quel tanto da permettermi
di scoprire questo punto panoramico opportunamente dotato di provvidenziale seduta:

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Inizia la bella discesa verso Cezsoça, frazione di Bovec con la sua bella vista su Canin e Rombon

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Da Cezsoça una ripida e lunga salita a chiudere questo bel giro ma anche se è tardi non posso non deviare di qualche Km per Vodenca fino al campeggio da Tony alla confluenza del torrente Koritnika con il Soça.


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Decido di rientrare in Italija attraverso il valico di Stupizza passando per Cividale e per le sue famose Gubane e Strucchi, semplicemente irresistibili.


Il fondovalle è completamente in ombra quando mi fermo a scattare le ultime:


Le due Babe con il Monte Guarda avvolto dalle nubi.


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Il Krn


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Nasvidenje (Arrivederci)

Pedalata d'autunno al Monte Tuscolo (Rm)

Oggi è lunedì, per di più piove in quasi tutta Italia, mi auguro di fare cosa gradita condividendo con gli amici jobikers come me "a secco" di pedalate causa lavoro o causa meteo, la "scalatina" al Monte Tuscolo ed ai ruderi della omonima città romana che ho percorso in solitaria fra prati e boschi sabato scorso!
La descrizione è venuta lunghetta, ma potrebbe essere una traccia per il possibile raduno castellano da programmare nella prossima primavera!

Sabato mattina, ore 8,30 mi affaccio alla finestra e mi rendo conto che le condizioni meteo (previste fra il nuvoloso e la pioggia) non sono poi così deprimenti, anzi, verso Roma è sereno, quindi concordo una finestra di un paio d’ore, mi vesto con indumenti traspiranti ma caldi ed esco di casa portando con me il K-way e la batteria della mia fida Kalkhoff Agattu xxl motorizzata impulse, caschetto, telecamera e poco altro, alle nove sono già per strada.

La straconosciuta Colonna-Frascati è sempre bella ed il colle della Pasolina con le vigne ormai colorate d’autunno ha il suo fascino!

L’obiettivo è quello di testare un promettente sentiero alla volta del Monte Tuscolo e degli scavi archeologici dell’antica omonima città…

Il sentiero parte da Monte Porzio Catone, le strade per arrivarci sono due, entrambe in salita, ma una con pendenze fattibili tutto sommato anche in muscolare e l’altra con pendenze veramente elevate, ma ovviamente molto più breve …la cosiddetta “costa grande”.
Dati i tempi ristretti ed il tempo incerto decido per la via più ripida, sicuro dell’aiuto della mia bipona!

Assistenza massima, marce dalla prima alla terza e nonostante un poco di fatica percorro la temibile "costa grande" e sono subito a Monte Porzio Catone…

Da qui prendo la via del Tuscolo e, confortato dallo studio delle carte e dalle parole di due escursionisti, mi avvio per una micidiale salita dove la terra prende man mano il posto dell’asfalto.

Ancora ripide salite!

Dopo una barra metallica comincia il sentiero vero e proprio, qui incontro due mtbikers di ritorno dalla loro escursione, mi guardano quasi scioccati dicendo “con quella non ce la farai mai” io gli dico “ma è elettrica, non vedete, è una Kalkhoff!” rimangono dubbiosi e visto il sentiero che comincio a vedere davanti a me, dubbioso forse lo sono anch’io, ma proseguo!

Il sentiero rivela fin dai primi metri gli splendidi colori dell'autunno, è talmente bello che non si fa caso alla salita!

La bipona non smette di stupirmi e, a marce basse ed assistenza fra media e massima, mi porta per i sentieri del Monte Tuscolo in perfetta agilità, faggete, castagni e maestose querce ogni tanto fanno spazio ai raggi di un sole che prova a bucare le nuvole e che da il meglio di se nei vasti prati e nelle distese di felci che ogni tanto ed improvvisamente si aprono davanti ai miei occhi.

Ogni tanto il bosco lascia spazio ad un prato e le nuvole lasciano spazio al sole, la combinazione è ideale!

Il percorso a questo punto costeggia dall'alto il muro di cinta dello strepitoso convento seicentesco dei monaci Camaldolesi.

Qui l'autunno da il meglio di se, le felci ingiallite lambiscono il verde cupo dell'edera sull'antico muro, non sembre di essere a poco più di 20 Km da Roma!


Al termine del muro giro a destra seguendo il sentiero nel bosco che mi porterà proprio davanti alle rovine della antica città di Tuscolo.

Terminato il bosco si apre la vasta radura su cui si trovava l'antica città romana, dominata sulla vetta da una moderna croce in ferro ai cui piedi si notano altri ruderi.


Un'immagine dello spettacolare teatro Romano, scattata da dietro le transenne che delimitano gli scavi in corso... le nuvole si fanno più fitte!

Nonostante la vetta sia ancora illuminata dal sole il tempo cambia rapidamente e le nuvole che vedo venire dal mare non sono per nulla rassicuranti, il Tuscolo lo conosco bene e non voglio finire bagnato sulla via del ritorno, ho anche finito la prima scheda sd della telecamera, faccio solo qualche ripresa col cellulare, le prime gocce di pioggerellina fine che filtrano fra i raggi di sole mi fanno decidere di rimandare il video dei ruderi ad una occasione più propizia!

Torno velocemente indietro attraversando il bosco fino al muro di cinta dell' eremo Camaldolese, la pioggerellina per fortuna era un falso allarme, decido di fermarmi un attimo e cambiare la schedina della telecamera (il difficile non era cambiare la scheda ma trovarla in fondo allo zaino!) eseguo tutto in fretta e decido di proseguire il sentiero lungo il crinale del massiccio Tuscolano, il sentiero si interseca infatti con una interessante variazione per Rocca Priora, mi eviterebbe una ripida discesa su sterrato e potrei saggiare un'ulteriore tratto fra i boschi! ...nel frattempo il sole torna a fare la sua timida comparsa e mi permette di fare qualche foto con una maggiore tranquillità.

Pensare che sto pedalando sul bordo del cratere di un antico vulcano spento è una sensazione particolare, mi fermo ad ammirare il panorama, ma non entra in una sola foto, per abbracciarlo tutto ne devo unire ben sei, eccole riunite insieme!

...devo andare velocemente avanti, il sentiero indica Rocca Priora, ma non l'ho mai percorso e non vorrei trovarmi sperduto in mezzo al nulla!


La vetta del Tuscolo si allontana velocemente alle mie spalle mentre il tempo muta nuovamente al nuvoloso!

Mentre la luce si fa sempre più livida e minacciosa di pioggia, mi trovo a pedalare in mezzo ad una distesa di felci!

Sono sul monte che da almeno otto anni vedo ogni giorno dalle finestre di casa, ma qui non c'ero veramente mai stato, il primo pensiero è "grazie bipona, senza di te mi sarei perso un bel posto!"
Il sentiero prosegue velocemente sotto le mie ruote, forse anche troppo, proprio mentre l'euforia dell'elettrociclista aveva ormai preso il dominio di corpo e spirito, vedo il termine del sentiero e le prime costruzioni della periferia di Rocca Priora...

Sono fortunato, il sentiero raggiunge Rocca Priora dal versante giusto del monte, mi evito una seconda scalata ed accorcio i tempi del rientro...

Passando da Montecompatri ho il tempo di fermarmi per un caffè


Il tutto non prima di aver assicurato saldamente il mio elettrodestriero ruotato lungo il corso del grazioso borgo castellano!

Tornando a casa il cielo è sempre più minaccioso, quante volte è cambiato il tempo in sole due ore, anche gli storni rinunciano ad uscire in volo e scrutano il cielo appollaiati sui cavi della linea elettrica!


Lungo la strada per casa le piante di ulivo ancora cariche di frutti attendono l'imminente raccolta

Arrivo a casa dopo poco più di 20 Km percorsi, con salite impegnative nelle quali ho scalato in valore assoluto un dislivello di 580 metri ed accumulato tratti in salita per un totale di 706 metri di dislivello, ma non mi sento per nulla stanco, anzi!

A qualche metro da casa oltrepasso il forno, odora della tipiche ciambelline al vino dei Castelli Romani ...chissà perchè mi viene in mente Dipigi! ...boh!

Circa due ore e un quarto di escursione mi sono sembrate al tempo stesso un secolo ed un secondo... deve aver provato la stessa cosa la batteria della mia Agattu xxl impulse... distratta dai luoghi si è dimenticata di consumare energia!!!

All'arrivo ancora quattro tacche su cinque! Non vuole proprio saperne di scaricarsi!!!

...Sarà perchè tratto bene la mia batteria, sarà perchè ho scoperto il vero motivo della sua forma arrotondata su un lato, sarà perchè l'energia con cui la carico non contiene alcun derivato petrolifero? Mistero!


Questo tragitto o una sua variante potrebbe essere la traccia per un cicloraduno primaverile di jobikers ai Castelli Romani...
Sulla vetta oltre ai ruderi di Tuscolo ci sono alcune gradevoli aree attrezzate con capienti tavoloni in legno di castagno e grossi barbecue in pietra!
Si accettano fin d'ora manifestazioni di interesse...

Posto per chi fosse interessato a ripetere il percorso la traccia modificata con partenza ed arrivo da Monte Porzio Catone (ca.14,5 Km totali)

Profilo altimetrico e pendenze medie del percorso ad anello con partenza da Monte Porzio Catone (14,5 Km)


Ora, immancabile, il video (montato di fretta, scusate eventuali imperfezioni...) ma che vale pur sempre più di mille parole!
Buona visione e se sieta arrivati fin qui grazie per l'attenzione!

 

Piccole manutenzioni al lago di Castel Gandolfo

Domenica mattina, tempo spettacolare, mi sveglio presto, saluto la famiglia e con la batteria sotto il braccio vado a risvegliare la bipa, obiettivo il Lago Albano (o di Castel Gandolfo) dove mi sono dato appuntamento per un caffè con il prode jobiker Lambair, sbipato a causa dei postumi di una influenza…


...Questa volta inizio direttamente con il video, lasciando a voi la scelta se vederlo subito o leggersi prima la descrizione, in ogni caso buona visione/lettura!


Parto di buon ora, ma leggermente più tardi del previsto, il percorso scorre tranquillo sotto le ruote della mia bici, due parole con qualche muscolare incuriosito dalla bipona, passo Frascati e mi dirigo verso Grottaferrata, le vigne, gli uliveti e brevi tratti di bosco mi fanno da contorno in una delle zone scelte per la loro superba posizione fin dai tempi degli antichi romani… unica nota leggermente stonata, un leggero movimento, come da pedale lento, fra una spinta e l’altra sui pedali.

Mi fermo un attimo, per controllare se perdo qualcosa, i pedali sono stretti, ma qualcosa si muove anche se in modo poco più che impercettibile.
Non corro il pericolo di perdermi il motore per strada, quindi proseguo verso Marino e, passato il vallone che incrocia la Via dei Laghi proseguo sulla Maremmana Inferiore verso Castel Gandolfo.

Sono sul bordo di uno dei crateri dell’antico vulcano laziale che, nei millenni è divenuto il lago Albano o di Castel Gandolfo, giro per il ripido discesone che porta con svariati tornanti al lungolago e in pochi minuti di uno spettacolare panorama sono a destinazione.

Il lago visto dalla strada proveniente da Castel Gandolfo

“Senta, ma queste sono quelle biciclette che vanno da sole? Ma si ricaricano pedalando?”
Ecco un altro che non ha nulla da fare, penso fra me e me, ma la voce è inconfondibile…
Lambair mi voleva beffare!
Ci salutiamo ringraziando jobike per aver permesso una ulteriore nuova conoscenza e mentre chiacchieriamo ovviamente delle nostre cavalcature, accenno al movimento percepito ai pedali.

In poco tempo siamo sul lungolago con gli attrezzetti minimi da viaggio sparsi sul marciapiede

Smontiamo il carter per verificare il tutto…

Tolto il carter, verifichiamo che si tratta dei tre dadi che tengono il motore “appeso” al telaio da serrare, un loro leggero allentamento ha permesso il lieve gioco percepito al pedale, verificato che non si trattasse di nulla di grave e, mancando proprio la chiave adatta a serrare il tutto, decido di accorciare la via del ritorno, ripercorrendo in gran parte lo stesso tracciato percorso all’andata.


C'è tempo per gustarsi un poco il panorama del lago...


Poi ci gustiamo un ottimo caffè e, fatta qualche foto ricordo, riparto per l’altra via, più ripida e lunga, che permette di “scavalcare” il crinale uscendo questa volta sulla via dei laghi.

Da questo versante la residenza estiva del Papa si specchia scenograficamente sul bacino lacustre

Mi fermo lungo la salita per qualche foto e qualche video, altrimenti che racconto ai miei amici jobikers?

Una panoramica del lago ripresa dall'alto scattata con il cellulare


Lambair mi aspetta sulla sommità per indicarmi un altro punto panoramico, poi ci salutiamo e riprendo a malincuore la via del ritorno (quello previsto inizialmente era un percorso ad anello con ritorno fra i boschi attraverso i “Pratoni del Vivaro” per un’estensione di ca. 65/70 Km! ...sarà per la prossima occasione )

Ancora qualche foto del lago...




Pedala pedala, me ne arrivo tranquillo fino a Frascati, Bricofer è aperto, faccio spesa di chiavi ed attrezzi vari e torno a casa.


Lungo la strada incontro ancora angoli meritevoli di qualche foto:

Un bel fontanile

Qui la bipa si mette in posa per una foto...

Le campagne dei Castelli Romani ed i loro colori autunnali...

Arrivo alla base e completo subito l’intervento di serraggio, che è rapido ed indolore, diciamo che domenica, a poco più di 300Km percorsi, ho passato il rodaggio… ho l’occasione per rimirare il motore impulse da vicino, la trasmissione diretta al mozzo permette di avere tutto rinchiuso nella scocca, nessun tendicatena o altro organo in movimento che non siano quelli in comune con le muscolari, un dramma (forse) per gli smanettoni, una gioia (spero) per chi è contento così e vuole avere meno problemi possibile!

il serraggio dei dadi


Alla fine ho comunque percorso 45,30Km e la batteria della mia bipa ha spento solo due dei suoi cinque led…
(3 led su 5 corrispondono ad una percentuale fra il 60% ed i 40%, considerato che il quarto si era spento pochi km prima dell’arrivo è presumibile che la batteria avesse almeno un buon 50% di carica disponibile)

Computerino e batteria a fine percorso...

Il profilo altimetrico


...se continuo così e conquisto ancora un poco di forma fisica, prima o poi mi iscrivo al club dei 100 con singola batteria, grazie bipa e grazie Jobike!!!