Tre bipe, tre borghi e tre antichi ponti romani!

Un altro (lungo) fotoracconto di una bella escursione domenicale in compagnia!

Con Pilota l'intenzione di un nuovo giretto in compagnia l'avevamo preannunciata da Perugia, ed eccoci qua, alla stazione di Colonna con consorte bipamunita al seguito ad aspettare l'arrivo del noto Jobiker volante e della sua fida BH!

Sono le otto e mezza circa, l'ombra ancora allungata mi fa sembrare uno di quei lycrati longilinei che incontro spesso nelle mie scorribande a pedali...

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Itinerari romani nei ritagli di tempo...

Ho un'ora e mezza circa a disposizione, mia moglie deve trattenersi in ufficio e la mia piccola elettropieghevole mi guarda con la batteria appena caricata da dietro la scrivania... non resisto e parto!
Sono le 14,30 di un assolato (per fortuna non troppo) pomeriggio infrasettimanale di giugno, mi metto in sella e mi dirigo verso il centro di Roma!


(le foto sono scattate con il cell.quindi scusate la qualità non eccelsa...)

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Ritorno a casa... e mi iscrivo al club dei 100!!!

NOTA: questo report è relativo alla seconda parte del percorso iniziato QUI ma, date le peculiarità del risultato finale ho ritenuto fosse il caso di innalzarlo al rango di discussione autonoma!

Sbrigati i molteplici impegni e commissioni romane della mattinata, finalmente si riparte... seguo le onnipresenti Mura Aureliane fino a Porta Pinciana, nel punto in cui inizia la celebre Via veneto della "dolce vita" (che è un altro modo molto meno poetico per dire "che vita idilliaca!") quando, proveniente dai Propilei delle aquile (uno degli ingressi monumentali di Villa Borghese) sento l'inconfondibile odore di pedelec, con un lieve sentore di motorizzazione Panasonic!

Metto meglio a fuoco e mi accorgo che quello seduto all'angolo del monumento è proprio lui, Dipigi in persona! Al suo fianco la fida Flyer

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Scherzi e battute a parte, ovviamente era un incontro concordato, per farci insieme un breve giretto romano...

Dopo i saluti ed una decina di minuti con qualche goccia di pioggia pomeridiana ci avviamo in direzione della Villa (oggi museo) Borghese con l'aria che si è temporaneamente rinfrescata

Giriamo intorno a questo "palazzo scrigno", a pochi metri da noi, dentro le sue mura, Caravaggio, Raffaello, Bernini, la celebre Paolina Borghese del Canova e mille altri capolavori!


Si pedala nel Parco dei Daini, che era un tempo riserva del principe popolata fino all'800 da daini e gazzelle!

Una curiosità sul parco dei Daini che ho appena scoperto anche io...

Una volta passato alla gestione pubblica, a fine ottocento, in breve tempo il parco era già pieno di detriti! Nei primi del '900 il presidente della SS.Lazio Ballerini si fece assegnare dal comune la concessione di creare qui un campo di gioco e, abilmente, nominò un Maggiore del Genio del Regio Esercito come vicepresidente.
Il maggiore del genio, come biglietto di presentazione inviò un plotone a spalare i detriti e a spianare il prato. Dal 1906 al 1913 quindi il Parco dei Daini fu il campo delle partite di calcio della Lazio.
Una mattina del 1913 però, mentre si giocava una gara tra Lazio ed Audace, la palla calciata da Fernando Saraceni colpì in pieno viso una nobildonna in carrozza. Era la moglie, Clementina Utili, del prefetto di Roma Angelo Annaratone che, per punizione, sfrattò i biancocelesti...
QUI una foto di una partita della Lazio al Parco dei Daini, era il 1909!

Attaccata al muro di confine del Parco dei Daini ecco una parte secondaria della "Prospettiva del Teatro", del 1615, con decorazioni a rilievo.


Al punto di noleggio delle bici elettriche più volte trovato chiuso, finalmente c'è qualcuno! E circa una decina di bicione comunali sono a spasso per Villa Borghese e dintorni... avranno saputo del nostro giro? Quando sulla nostra strada incontriamo un furgone officina di una nota ditta di bici elettriche ne ho la certezza matematica, hanno saputo che c'è in giro Dipigi e vogliono farsi belli ai suoi occhi!

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Al Pincio, dopo aver aiutato alcune giovani turiste straniere a farsi la foto di gruppo con panorama romano, le stesse insistono per fotografare me e Dipigi con le nostre bipe in primo piano e Roma alle spalle...
hmm... turiste sfizzero-teteskhe inviate ripettivamente da Flyer e Kalkhoff per immortalare i noti jobikers nell'occasione?
Sia chiaro, non cediamo i nostri diritti d'immagine se non dietro lauto compenso!


Proseguiamo scendendo dall'altura del Pincio verso Piazza di Spagna, ecco il passaggio davanti alla rinascimentale Villa Medici, che al suo interno custodisce collezioni d'arte e giardini strepitosi! E' sede dell'Accademia Francese a Roma


Per evitare un tratto trafficato di Via del Babuino, passiamo dalla celebre Via Margutta, la via degli artisti, oggetto di tanti quadri e canzoni!
Proprio agli artisti è dedicata questa provvidenziale fontanella che rappresenta un insieme dei simboli degli artisti. Da una base triangolare si alzano due cavalletti da pittore sulle cui mensole poggiano i due mascheroni, uno triste l'altro allegro, a sottolineare le alterne fortune della categoria


A Roma più che in altri luoghi ogni nome di strada ed ogni oggetto ha una sua storia, pesso curiosa!

Ad esempio (per rimanere in tema fontane) la centralissima via del Babuino, deve il suo nome a questa statua... nel 1571 fu installata qui una fontana per la cui realizzazione fu collocata la statua del Sileno che vedete, divinità classica legata alle sorgenti ed alle fontane.
Ben presto, la statua divenne famosa agli abitanti del rione per la sua bruttezza, a tal punto da paragonarne la figura ad una scimmia: nacque così "er babuino", che divenne col tempo il nome stesso della strada.


Gira gira, eccoci al Pantheon con l'obelisco al centro della piazza antistante in primo piano...


Altra simpatica curiosità, a pochi metri dal Pantheon c'è la bella Piazza della Minerva, con la Chiesa di Santa Maria sopra Minerva e il piccolo obelisco al centro della piazza, sorretto da un elefantino di marmo opera di Gian Lorenzo Bernini a cui è legata una curiosa storiella...


"...com'è noto, i romani amano dare soprannomi a tutti, perfino alle statue; ma "pulcino della Minerva" è davvero un modo bizzarro di chiamare il piccolo elefante di pietra che regge un obelisco, situato in una piazza alle spalle del Pantheon.
Nel 1665, nel giardino di proprietà del convento domenicano annesso alla chiesa fu rinvenuto un piccolo obelisco, alto circa 5 metri e mezzo, con iscrizioni in geroglifici sui quattro lati. Papa Alessandro VII decise di farlo erigere davanti alla chiesa di Santa Maria. Per poter scegliere una base per il monumento diversi architetti di fama sottoposero i loro progetti ad una commissione papale. Uno di essi era un prete domenicano, Padre Domenico Paglia che propose un modesto progetto celebrativo della famiglia del pontefice...
Il papa respinse il progetto ed interpellò Gianlorenzo Bernini... dei molti disegni presentati, fu scelto l'elefante, quale rappresentazione simbolica della forza: ...è necessaria una robusta mente per sorreggere una solida sapienza dice l'iscrizione su uno dei lati del monumento.

Nel progetto originale l'animale non aveva alcun sostegno, quindi il peso dell'obelisco avrebbe gravato interamente sulle zampe dell'elefante. Ma padre Paglia, piuttosto invidioso dopo che la sua idea era stata scartata, obbiettò che "nessun peso perpendicolare avrebbe dovuto poggiare sul vuoto perché non sarebbe stato solido né durevole", quindi sarebbe stato necessario inserire un cubo di pietra sotto il ventre dell'elefante.

Bernini si oppose fieramente a questa modifica, avendo oltretutto già realizzato altre opere nelle quali elementi pesanti gravavano su spazi vuoti (un esempio di ciò è la sua famosa Fontana dei Fiumi a piazza Navona), ma il papa decise comunque che il supporto avrebbe dovuto essere aggiunto.
L'artista tentò allora di mascherare il rude cubo di pietra scolpendo un'elaborata gualdrappa dell'elefante che lo nascondesse, ma nonostante il tentativo la statua si mostrava in complesso molto appesantita.

Per questa ragione, dopo il suo innalzamento nella piazza, avvenuto l'11 luglio 1667 (nel frattempo il papa era morto da una quarantina di giorni), la gente cominciò a chiamarla il Porcino della Minerva. In seguito il nome mutò in Pulcino forse per un semplice motivo fonetico: persosi col passare del tempo il ricordo del fatto, porcino fu probabilmente confuso con purcino, che è appunto la forma dialettale romana per pulcino."

Bernini meditò una vendetta per castigare il domenicano che aveva osato sfidarlo: nella versione definitiva disegnò l'elefante in modo che puntasse le terga verso il vicino convento, con la coda leggermente spostata, come a salutare padre Paglia e gli altri frati in maniera piuttosto ...scurrile!


Come al solito mi lascio prendere dal giro e mi sto dilungando... Un ottimo gelato con Dipigi (con turni di guardia alle preziose bipe) e ci salutiamo, ognuno ai suoi impegni, io al via del tragitto in salita verso casa!

Lungo la strada che ripercorro in solitaria incontro la macchina da scrivere, ehm, scusate, il nome corretto è Altare della Patria


Poi, passando da via dei Fori Imperiali vedo fra le mille belle cose i Mercati Traianei, il Colosseo
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La Basilica di San Giovanni in Laterano e la vicina ed antica porta Asinaria, ancora molto ben conservata, nelle solite Mura Aureliane

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La bella Chiesa di S.Croce in Gerusalemme, al suo interno sono custodite alcune famose reliquie fra cui quelli che secondo tradizione sarebbero frammenti della croce, qui portati da gerusalemme ai Tempi di S.Elena, madre dell'imperatore Costantino (ne avevo visitato il mausoleo in mattinata, la cosiddetta Tor Pignattara").

A sinistra della chiesa, i musei dei corpi militari dei Granatieri e della Fanteria, alle spalle non visibile il Museo Nazionale degli strumenti Musicali, attualmente chiuso...



Tornando verso casa incontro Vicolo dell'acquedotto Felice


Gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà


Da qui la strada è tutta salita, e per raggiungere il mio obiettivo finale dovrò anche allungarla di parecchio (25Km totali circa di saliscendi in prevalente salita da 30 a 768 m slm) ecco un esempio prima di Frascati

ma la faccio breve... Frascati, Monte Porzio Catone, Monte Compatri e Rocca Priora sono le tappe (un poco faticose) di questo strappo finale
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Da qui Roma è ormai lontana e molto in basso, nella valle all'orizzonte, i paesi della foto sono Monte Compatri a sx e colonna più in basso a dx[/b]

Le foto mi sono stufato di caricarle, tanto di giri nei Castelli ne faccio a iosa e prima o poi capiterà di pubblicarle... per farla breve, quando, dopo la ridiscesa da Rocca Priora a Colonna arrivo a casa (discesa non necessaria se non per allungare il giro) posso scattare una foto al gps del cell.

ma ora vi saluto che ho da fare...

 

...devo andare ad iscrivermi al prestigioso club dei 100 e più!

Ciao a tutti, L.

I pendolari escono in bipa all'alba...

NOTA: questa è la prima parte di un percorso ancora da completare che mi vedrà presumibilmente a spasso per Roma con un noto jobiker per un paio d'ore e che (se ce la faccio ) potrebbe vedere il mio sospirato ingresso in un noto club che non nomino per scaramanzia (spero non quello dei millantatori di imprese bipistiche!)

Ore 5,30 del mattino: mi alzo dal letto e dico, ma perchè dopo il giretto notturno, non fare anche quello dell'alba?
il sole deve ancora sorgere da dietro i Monti Prenestini, un caffè, mi vesto e vado, alle 6,00 sono già in sella!


Dalla strada che conduce verso Frascati la metropoli si mostra ancora assonnata ed immersa nell'aria biancastra del mattino...


Oggi non lascerò un centesimo alla Società Autostrade, nemmeno all'UP (Unione Petrolifera Italiana)... passo sorridente davanti al casello!
Cavolo, di ciclista qui non ne vedo nessuno ma evidentemente siamo in tanti a preferire mezzi di trasporto alternativi al veicolo privato... leggete qui http://www.unionepetrolifera.it/get/274/1177/16%2007%202013%20Comunicato%20consumi%20petroliferi%20giugno.pdf


La piccola chiesetta del Carmelo a Fontana Candida (con facciata restaurata ma segni evidenti di inutilizzo) è circondata dalle vigne dell'omonima casa vinicola


Poco più avanti, quando sono all'entrata della tenuta della Casata Mergè il sole fa capolino con i suoi primi raggi dalle alture dei Monti Prenestini...


La discesa dalle alture castellane è quasi terminata, dove un tempo era aperta campagna oggi ci sono quartieri dormitorio costruiti in parte abusivamente, la politica di immigrazione tra le due guerre contribuì ad estendere queste borgate, diventare cittadino di Roma infatti era proibito per legge (abolita poi nel 1960) a meno di possedere un domicilio e/o un lavoro; quindi gli immigrati italiani, che solitamente non avevano né una casa né un lavoro, stanziavano ai limiti dei confini comunali... alcune vigne sono rimaste ancora oggi fra le case ed il traffico mattutino della Via Casilina...

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Il castello di Torrenova, straordinario complesso in quasi totale abbandono lungo la Via Casilina


La rinascimentale chiesa di S.Clemente, opera dell’architetto Giovanni Fontana, fratello del più noto Domenico - sorge a pochi metri dal castello ed è ancora di più in evidente stato di abbandono!

Poco più in la la moderna stazione della linea C della metropolitana da molti anni in via di costruzione, stride con le condizioni del castello, della chiesa e degli ultimi vecchi trenini della Roma-Fiuggi, riverniciati e adattati a coprire il tracciato che dalla stazione termini arriva fino alla zona detta "Giardinetti"
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Una fra le poche piste ciclabili della periferia di Roma, ad occhio in scarse condizioni di manutenzione, mi invoglia, ma allungherei troppo il giro, semmai al ritorno! La bici bianca è segno di una vita spezzata in questo punto, mentre usava la sua bicicletta...
Mi fermo un attimo, un pensiero a questo sconosciuto/a che condivideva la mia stessa passione e riparto, casco ben stretto, luci accese, e maglietta di uno sgargiante giallo fluo!

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Percorrendo la Casilina non si nota facilmente, ma dietro la Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro ad Duas Lauros (con le omonime catacombe al di sotto!) c'è il Mausoleo di S.Elena, madre dell'Imperatore Costantino... da qui viene il preziosissimo sarcofago in porfido oggi custodito nei Musei Vaticani

Una curiosità, il popolare quartiere di "Tor Pignattara" in cui ci troviamo, deve il nome proprio al Mausoleo di S.Elena, infatti La struttura del tamburo superiore del mausoleo, in parte crollata, è costituita da calcestruzzo nel quale sono incorporate delle anfore (dette pignatte) che avevano lo scopo di alleggerire la costruzione. La fantasia popolare ha dapprima coniato il termine "torre delle pignatte" per indicare il monumento e la zona circostante; poi, con il tempo, il termine si è trasformato in "Torpignattara" o "Tor Pignattara", tutt'oggi in uso.

Dettaglio delle "pignatte" di "Tor Pignattara" (vedi sopra)


Per i patiti della fiction, un gruppo di villini costruiti come case per i ferrovieri negli anni 20, è uno dei set utilizzati nella fiction "i Cesaroni"

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A pochi metri gli acquedotti già visitati a più di 40 Km di distanza, giungono a Roma correndo i parallelo alla linea ferroviaria...

A Porta maggiore le condutture romane si sovrappongono, qui ne abbiamo ben tre (in alto a dx)

Porta Maggiore


La meno nota ed appariscente "Porta Tiburtina"
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In Via di Porta Labicana, un lungo tratto di Mura Aureliane è ancora ben conservato!


Qualcuno ha la fortuna di abitare all'interno delle Mura


Qualche Km ancora, sono le 7,30 e la bici è a Roma legata in un cortile ben sorvegliato, una rapida rimessa in condizioni di presentabilità ed eccomi qui, con poco più di 30 Km percorsi...


un saluto a chi è arrivato fin qui, a seguire... L.

 

 

In sintesi:

Km totali: ..................... 26,91
Tempo impiegato: .................. h 1:03
Media (dal gps): .................. 25,36 Km/h
(mi pare buona, considerati i tanti start & stop e la tranquilla bipona appesantita da lucchetti, cambio, caricabatterie, attrezzi essenziali ecc. ecc.)

Battito cardiaco: ................. Presente
Sudorazione: ...................... Modica, ma presente. (accuratamente disinnescata all'arrivo dai suoi effetti più nefasti!)

 

Dislivello accumulato nei tratti in salita: Ca 300 m
(il gps dice 486 ma alla partenza prima di calibrarsi per bene ha toppato il posizionamento e secondo lui sarei partito da metà collina anzichè dalla cima)

Dislivello accumulato nei tratti in discesa : Ca 500 m

Sensazione generale all'arrivo: soddisfatto e per nulla affaticato - buon umore complessivo...

 

LA SECONDA PARTE CON L'INGRESSO NEL CLUB DEI 100 E' QUI