Giretto castellano d'autunno (by Leonardix)

Link al report su Jobike

In realtà non è un giro stratosferico nè per lunghezza nè per monumenti o altre particolarità incontrate lungo il percorso... ma è molto gradevole, abbastanza semplice (anche se con alcuni tratti a pendenza elevata!) e se si hanno buone gambe e buona bici, si può affrontare anche in muscolare, insomma è un percorso quasi ideale se si ha poco tempo a disposizione, se si vuole collaudare una bipa o per sgranchirsi le gambe dopo un periodo di inattività

 

 

A proposito, andavamo in direzione opposta e non siamo riusciti a fermarci, ma sabato sulla Frascati Colonna ho incrociato un ebiker in sella ad una bella bipa con batteria nera triangolare tipo xion per capirci... un saluto se legge questo report!

Il percorso è ad anello, con partenza da Colonna (comoda da raggiungere sia col treno che in auto per la vicinanza della Via Casilina e della Roma-Napoli) ma, proprio in quanto ad anello, può essere effettuato partendo da uno qualsiasi dei suoi punti.

Comunque, eccoci qui... mi sveglio relativamente presto ma attendo che la giornata decida il da farsi, il misto fra nuvole e tratti di sereno è sicuramente scenografico, ma per andare in bici preferisco tutto sole!

Lasciato il centro storico di Colonna, mi dirigo in direzione Colle S.Andrea e percorro alcune vie di campagna in salita fino ad arrivare all'incrocio del Ristorante "Casale La Finestrella".
Da qui si percorre la bella Via Maremmana III fino a Montecompatri, è una strada ben asfaltata e molto suggestiva per via dei molti punti panoramici e dei boschi di castagno che lambiscono la sede stradale.

Si arriva a Montecompatri, percorrendo "la passeggiata" con gli occhi dei passanti che si soffermano con finta indifferenza a guardare la bipa, ma che quando ti fermi alla fontanella non resistono a fare qualche domanda o a dire il solito "così non vale!".

Si prende la via per Rocca Priora, lasciandola subito in direzione della clinica S.Raffaele Montecompatri, questo tratto è in forte pendenza e si fatica anche in bipa, ma non è poi lunghissimo e ci si riesce .

Al termine della salita si incontra la cappelletta della Madonna del Castagno ed una bella Via Crucis, poco dopo si arriva al convento di S.Silvestro, con fontanella, panorama e bella chiesa che merita una visita.

- Qui comincia lo sterrato -

Dall'ampio piazzale del convento si prende la salita cementata prima e sterrata poco dopo, che porta alla "Collina degli Asinelli"


Siamo in pieno Parco dei Castelli Romani, una lode ai ragazzi della collina, che allevano questi quadrupedi con amore e li utilizzano fra l'altro per attività di inserimento di bambini e ragazzi diversamente abili (info www.lacollinadegliasinelli.it )


Passata la piccola costruzione dove hanno base i volontari, si prosegue ancora in salita sullo sterrato che porta al crinale della collina, qui il paesaggio è molto bello ovunque si guardi...

Indietro, verso la recinzione degli asinelli

O ancora avanti, verso Monte Cavo


Si prosegue fino ad incontrare il sentiero principale, segnato come 503A che a sinistra porta a Rocca Priora, a destra verso i ruderi di Tuscolo, noi giriamo a destra (a sx nella foto) e pedaliamo immersi nel silenzio e nella natura (e siamo a si e no 20 minuti da Roma...)

Qui vale la pena di addentrarsi nei tanti sentieri appena accennati che si perdono nel bosco!



queste andrebbero bene per il thread "autunnale"


Usciti dal bosco siamo sulla sterrata che conduce al colle di Tuscolo


Arrivati ai piedi del colle, quando si incontra il muro di cinta dell'eremo dei Camaldolesi, si gira a destra sul sentiero 502 (ma si potrebbe fare una deviazione sul colle fino ai ruderi di Tuscolo e poi tornare giù...)

Si prosegue con il muro sulla sinistra ed un fitto sottobosco sulla destra


Al termine si incontra una sbarra, la si supera e si esce dal mondo incantato del parco... indicazioni in giallo sull'asfalto ci riporteranno fino all'incrocio di Monte Porzio Catone.

Un giro per la bella cittadina castellana ed uno sguardo al panorama, il nostro punto di partenza e di arrivo (segnato con la freccia) ci attende più in basso.


Il monumento a Tocco, io l'ho conosciuto ed era davvero così... leggete qui ( A ) o qui ( B )


Da qui, percorrendo in discesa via di Costagrande e poi la Frascati Colonna, sono ritornato a casa, contento per la bella pedalata!

Per chi passasse di qui e volesse ripercorrerla o usarla come base per un suo giro, ecco il percorso affrontato!

Ed il file gpx per non sbagliare sentiero nel bosco!
Allegato: 20_Km_castellani.gpx

Ciao a tutti, L.

Luppia-Punta Veleno - Sperane (by Morciola)

19/08/13 : Ho deciso nel mio piccolo di emulare le gesta di @PedaloPiano e di fare una escursione un po’ più lunga del solito sperimentando per la prima volta la salita di Punta Veleno.

Partenza ore 7,45 da Garda in direzione Val dei Molini :

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Una bella salita a tornanti che porta fin quasi ad Albisano, passando da Marciaga.

Poco prima di Albisano imbocco la strada che mi porterà al Monte Luppia :


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Anche qui come nella Val dei Molini un bel sentiero sterrato in mezzo al bosco . (non c’è anima viva, solo i rumori della natura ) .


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In cima al Luppia questo è il panorama :

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Vista Garda …

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Una breve sosta per prendere fiato : mi aspetta una discesa molto tecnica e adrenalinica ….le foto difficilmente riescono a rendere .

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La discesa dal Luppia termina sul sentiero 41 che costeggia il lago di Garda da sopra Punta san Vigilio fino alla località Crero , dopo Torri del Benaco.

Ecco uno scorcio :

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Qualche passaggio ostico ….Molto faticoso spingere la bipa in salita su questa pietraia , ovviamente non in sella .

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Arrivato a Crero , mi ricongiungo alla Gardesana , e di lì raggiungo la partenza di Punta Veleno in località Magugnano .

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Direi che in assistenza sport è ancora dura …ma per una bipa nulla è impossibile!

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Non male questa veduta …..

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Punta Veleno termina in località Prada .

Da qui mi aspetta una lunga lunga discesa, dopo essere salito al Dosso dei Cavalli e a Malga Zocchi.

Arrivo così in località Lumini di San Zeno di Montagna da dove parte il sentiero delle Sperane (dal nome della pineta ) .

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Questo è uno dei sentieri che prediligo : piccoli salti , radici , tutto in mezzo al bosco con bei tornantini il tutto rigorosamente su sterrato .

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Il sentiero delle Sperane termina a Castion da dove rientro a Garda scendendo sempre dalla Valle dei Molini.

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Un po’ di numeri :

Distanza : 62 km.
Ascesa accumulata : 1.938 metri
Altezza massima :1278 msl
Velocità media :10 km/h in assistenza eco/tour/sport
Durata : 6 ore circa
Batteria consumata : 3 tacche abbondanti circa .

Ecco il tracciato sulla mappa :

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A Passo Folungo con Alice (by Cirano)

Ieri, complici una bella giornata e qualche giorno di vacanza dall’Università di mia figlia Alice, abbiamo deciso di salire con le BEPAs al passo Folungo. Veramente avrei dovuto andarci con “Rossana”, ma lei subito dopo ferragosto ha pensato bene di partire per l’Australia e io mica potevo stare in casa ad aspettarla …

Decidiamo di partire poco sotto Piancavallo per evitare di fare fuori tutta la batteria sull’asfalto, ci facciamo dunque portare da mia nipote Viviana fino a quota 1.200 metri in modo da poter ritornare fino al piano in bici. Immagine:

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Dopo aver rimontato le ruote anteriori qualcosa non va, un pattino del freno tocca contro il cerchione, dopo un po’ di tira e molla ci accorgiamo di aver invertito le ruote dei mezzi (in gran parte identici). Ho infatti sostituito i penumatici da mountain bike con quelli da trekking per avere maggiore scorrevolezza sull’asfalto, cosa che rendeva praticamente indistinguibili le due ruote!

Si riparte, direzione Alpe Colle e Pian Vadà. Sul tracciato della storica via linea Cadorna di cui ho parlato in una altro post. Incontriamo i resti dell’ospedaletto militare, ormai in rovina, mi consola pensare che non ha mai ospitato feriti d’arma da fuoco.

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Continuiamo a salire giulivi, indulgendo al nostro narcisismo:
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Ma la “bestia” è là in cima che ci aspetta a quota 1711 metri di altitudine, ci attende questa strada:
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Sotto di noi gruppi di baite, ormai abbandonate da anni, mostrano le “rughe” del tempo ma, come autentiche Signore della montagna rurale, non perdono il loro fascino.
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Intravvediamo il bivacco in cima al passo, recentemente ristrutturato a cura del Parco Nazionale della Valgrande, sorge nel luogo in cui c’era il vecchio rifugio distrutto durante i rastrellamenti nazi-fascisti del 1944
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La fatica aumenta ma la meta s’avvicina, ancora un tornante e una rampa con pendenza intorno al 10%, resa più difficoltosa dai sassi che sono stati trasportati dagli acquazzoni che non vengono più raccolti dalla “cunetta” ormai satura di materiale
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Ci scambiamo le BIPAs perchè la mia, dovendo trasportare 80 kg, comincia ad essere in riserva sparata, le passo allora i poco più di 40 di Alice e salgo sul nuovo “cavallo elettrico” con quasi tutte le tacche della carica a disposizione ne approfittiamo per godere del meraviglioso colpo d’occhio frutto della nostra fatica prima di raggiungere la cima
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Eccoci, obiettivo raggiunto!
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Il tempo si mette al brutto, speriamo di non prendere l’acqua o, peggio, di non fare la fine delle capre che ogni tanto vengono “arrostite” dai fulmini che su queste cime non scherzano
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Giusto il tempo per mangiarci un panino e per l’untima foto “trofeo” e si scende a capofitto fino al piano
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Alla fine abbiamo percorso 45 km, e “strizzato” le batterie fino all’ultima scintilla di corrente. La discesa era intervallata da un breve tratto in salita che Alice ha fatto a bici esaurita con il solo apporto muscolare e qualche spintarella del papà che “ciuciava” gli ultimi residui di corrente dal proprio mezzo!
Per i dettagli tecnici del percorso, non disponendo di tecnologie GPS soofisticate, rinvio a questo sito di MTB che riporta un tracciato in gran parte sovrapponibile al nostro. http://www.itinerari-mtb.it/piancavallo-val-grande-rifugio-pian-di-vada/
P.S. questa volta sono riuscito a inserire le foto, ma ho seguito un giro "macchinoso", vedrò di migliorare, portate pazienza

 

"Spianato" il Passo della Forcella (by Job)

Dopo il non entusiasmante mega giro dell'altra settimana (che pero' ha rimpolpato un po' i muscoletti delle gambe) , ho deciso di fare un giro come piace al "tartarugo": dislivelli impossibili ma senza fretta e senza stress di consumi, cadenze, velocità medie da rispettare.

Così ho scelto l'ascesa a "passo della forcella" : dietro questo nome che più anonimo non si può, si nasconde invece una delle salite più difficili in Europa e forse nel mondo:

Infatti salite.ch la dà all'8° posto assoluto come difficoltà, al 4° in Italia e tra le salite oltre i 2000 punti, al 3° come pendenza media.

Per me, si tratta del secondo "2000" dopo la Scanuppia che feci (per gran parte a piedi) con la mitica "lancillotto" (nanobrompton).

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E' una giornata stupenda di fine estate, posteggio il potente SUV nell'abitato di Ovaro (da dove ricordo parte anche la mitica ascesa al kaiser Zoncolan) e sono pronto a partire con la fida Haibike che ha ancora un raggio rotto, ma non resistevo più a non utilizzarla (raggio in arrivo grazie al solito ferronis che qui ringrazio pubblicamente per l'ennesimo favore) .

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La salita non è molto impegnativa fino al primo abitato di Luint:

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Chi pero' fosse già stufo, puo' già fermarsi qui a rimirare il paesaggio su questa panchina che , secondo me, ne vale già la pena.

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Dopo poco si arriva a Mione, ultimo centro abitato, qui c'e' anche una bella fontana per riempire le borracce, tutto è carino e curato, compresa la fermata dell'autobus.

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Subito dopo l'ultima casa di Mione la strada entra nel bosco e c'e' il solito cartello che sembra ammonire: "lasciate ogni speranza voi che entrate ..." paventando pendenze del 28% .

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In realtà la salita non inizia proprio da infarto e l'asfaltatura è fresca fresca e la carreggiata insperabilmente piuttosto larga.

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Di colpo, il bosco si apre con uno squarcio in un poggio meraviglioso, dove una casettina in legno appoggiata su un tappeto verdissimo domina la valle e due signori se la godono facendo merenda.
Non posso non fermarmi a fare loro una foto e i complimenti: sono stupiti di tanta mia ammirazione, io spiego loro che per chi fa l'impiegato fantozziano, posti così se li sogna di notte !
Loro mi spiegano che sono in pensione e se la godono, l'aria qui fa bene anche ai cervelli perchè non mi chiedono se la bici si ricarica in discesa e capiscono al volo che il motore aiuta sì, ma che bisogna metterci anche del proprio, mi invitano pure a bere qualcosa con loro, ma io ringrazio e vado avanti...

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La salita si fa sempre più cattiva, non è come la scanuppia che ha il peggio all'inizio, questa è sempre peggio più si sale, ma io non mi scompongo, col mio passo da tartarugo vado su un pedale dietro l'altro.

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Ogni tanto, tra un abete e l'altro intravedo la cima e mi sembra ancora lontanissima.


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Il bosco comincia a diradarsi, segno che siamo belli in alto ormai:

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Ma ecco che l'asfalto tiratissimo, lascia il posto al cemento rigato, per esperienza so che quando è così , la pendenza di solito diviene al limite del possibile:

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E così è, siamo sul famigerato 28%, per non impennarmi devo stare tutto in avanti e sblocco pure la forcella, ogni fessura sul cemento c'e' il rischio di impennare.

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Ma non sarà questo serpentello di cemento a fermarmi:

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Sembra che ci siamo ...

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In effetti qui la strada finisce proprio, quindi deduco che sono in cima !

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Mentre adocchio un bel tavolo per la merenda e mi compiaccio con me stesso e faccio i complimenti alla mia cavalcatura che quassù finalmente viene battezzata col nick "the lift" assolutamente meritato, vedo l'ombra di un giganteso rapace su di me e uno spostamento d'aria mi fa trasalire ...

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Il gigantesco rapace è in realtà un bellissimo esilenziosissimo aliante, che spettacolo !!!

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Qui qualcuno che non aveva il bosch ci ha rimesso le penne ...

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Ma non penserete che la gita è finita qui, oltre la sella, c'e' infatti uno sterrato a dir poco invitante:

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Che ben presto, torna ad essere una striscia bianchissima di cemento in mezzo ad un incredibile anfiteatro:

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Ci sarebbero anche varianti hard, ma le lascio agli amanti del downhill:

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Ricomincia lo sterrato e vedo in lontananza una malga:

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Potere delle fiabe, passa un secondo ed eccola raggiunta:

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Se i posti precedenti vi sembravano dozzinali per il picnic, vi aspetta questo tavolo (la foto non rende ma dal tavolo ai monti di fronte c'e' un'intera vallata) .

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Procedo in discesa fino a reincontrare l'asfalto ed un cartello che mi chiarisce dove sono:

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Dopo questo guado che presumo possa diventare impegnativo dopo una violemta pioggia o al disgelo, si ricomincia a risalire:

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La salita è bella cattiva, in un attimo queste mucche ...

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... diventano così:

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Eccoci alla malga Gerona:

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Da adesso in poi, la fotocamera del telefonino si mette a far la matta, ma tranquilli, non ero sul pianeta rosso:

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Nè sono tornato indietro al tempo del bianco e nero:

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Fine della salita (e degli scherzi fotografici), devo raggiungere quella malga lì sotto:

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Che ci vuole ? Eccoci, devo solo stare attento a non finire nella piscina !

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Da qui in poi mi aspetta un lunghissimo discesone nei boschi per raggiungere la val pesarina:

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Trovo anche un mega porcino, ma forse lo gradiranno più i castori ...

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C'e' anche il servizio raffreddamento freni:

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Ancora un ponte sul torrente e sono in val pesarina, la stessa della settimana scorsa:

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Potrei tralasciare quindi il ritorno all'auto, ma voglio mostrarvi alcune chicche che l'altro sabato non ho neanche visto perche' pensavo solo alla media da tenere:

Una delle tante casette idilliache lungo la strada:

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Calcinara:

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Casa stile Hansel e Gretel :

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In questa valle c'e' la sede dell'antica fabbrica di orologi "Solaris", e se ne vedono di belli un po' dappertutto, inoltre a Pesariis c'e' un vero e proprio museo dell'orologio.

Eccone uno dedicato al giro d'italia, visto che passerà di qui:

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In fine, vabbè che saro' stanco, ma questa volta il campanile è proprio storto di suo:

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Ecco tutto l'anello che ho fatto:

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Conclusione:

gita meravigliosa, difficile da dimenticare !!! Grazie anche a quel piccolo grande ascensore della mia haibike, non per niente ribattezzata da adesso "the lift" e finalmente finita in firma come merita

Ad maiora !