"Le tre cime" ...vabbè, le tre cimette! (by Leonardix - Gen 20014)

Storceranno sicuramente il naso gli amici veneti, trentini e nordici in generale... ma qui quelle di Lavaredo non le ho a disposizione e se voglio affrontare qualche altura mi devo contentare dei bei posti che la natura mi ha messo a disposizione ai Castelli Romani, ovviamente con ben altre altitudini!

Non è un'escursione di quelle a cui vi ho abituato: pomeridiana, con tempi obbligati, cielo nuvoloso ed anche un poco l'umore... una maggiore attenzione del solito a tempi, velocità e dislivelli affrontati... (di solito infatti la mia attenzione a questi aspetti è pressochè nulla )

L'intenzione è quella di collaudare il gps del nuovo smartphone economico ma di buone premesse e di verificare l'influenza sulla pedalata dell'esercizio fisico fatto in un mese di palestra (eh, sì, devo scendere di qualche kiletto!)


Alla fine saranno
36,62 Km totali
con circa 900m di dislivello complessivi affrontati in più riprese
tre salite principali (che hanno portato appunto alle "tre cime")
il tutto in 1,46 ore in movimento, venti minuti totali di piccole pause panoramiche/foto
velocità media di 20,68 Kmh che non sarà Bengistica, ma mi è sembrata di tutto rispetto per il percorso e soprattutto per la scarsità del cislista...

Insomma, diciamo che il tutto potrebbe quasi rientrare nelle caratteristiche di "palestra" enunciate qui proprio dall'amico Bengi!


Ma iniziamo col report vero e proprio...

queste le condizioni meteo più o meno alla partenza, la cima più alta (la prima a sx) rappresenta il mio obiettivo n.1!

Il lungo rettilineo "delle Faeta" è in costante ma ancora non esageratamente impegnativa salita

Passata la rotatoria per Colle di Fuori, la salita in mezzo ai boschi ormai spogli si impenna, scoprirò dopo di aver percorso un tratto della Gran fondo di Roma e ben due salite indicate su salite.ch...

Sempre salita...

Siamo nella seconda parte del grafico di salite.ch


A un certo punto:
Un cavallo tende il collo verso il prato, resta fermo come me:
faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito
Respiro la nebbia e penso a te...
;

Ma no, quella era la Premiata Forneria Marconi e siamo a gennaio, che c'entra Impressioni di settembre?


Di tanto in tanto il bosco si dirada e mi permette di apprezzare il dislivello affrontato ed un panorama che nonostante il cielo grigio è sempre gradevole!


Passo l'abitato di Rocca Priora, punto più alto di questa prima scalata e ridiscendo dall'altro versante, quello verso l'Anagnina e i Pratoni del Vivaro... nella lunga discesa rileggendo i dati scoprirò di aver raggiunto i 56,9Kmh ...l'aria invernale pungeva sul viso


Terminato il tratto in discesa lascio l'Anagnina imboccando la ripida salita che conduce alle rovine di Tuscolo e scatto questo panorama da uno dei tornanti, la vallata ai miei piedi era uno dei crateri dell'antico vulcano laziale


Un mio report senza almeno un rudere o una strada romana non è ammissibile
Mi affretto a recuperare con questo tratto di basolato romano che porta all'antica Tusculum

Anche questo tratto corrisponde al tratto terminale di una salita di salite.ch

Scendo dal Tuscolo imboccando la strada per Monte Porzio Catone, ad un tratto appare il bellissimo complesso del Sacro Eremo Tuscolano degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona, purtroppo bisogna contentarsi di vederlo da qui, non sono permesse visite nè per motivi turistici nè devozionali.
Gli eremiti celebrano insieme la liturgia delle ore e la messa, ma prendono i pasti nelle loro celle solitarie salvo in occasione delle grandi feste religiose, quando mangiano nel refettorio comune. Tutti i membri della comunità partecipano sia all’ufficio corale che al lavoro manuale, e vivono in semplicissime celle separate fra loro dallo spazio degli orticelli coltivati da ogni monaco.


L'intero complesso in una foto aerea, sulla sx le celle dei monaci con gli orticelli


Raggiungo l'ingresso del complesso percorrendo un ripido viale selciato, anche dall'esterno se ne percepisce il senso di serena clausura
All'ingresso la frase del salmo 54 la dice tutta... "ecce elongavi fugiens et mansi in solitudine" (Ecco, errando, fuggirei lontano, abiterei nel deserto)



Arrivo a Monte Porzio Catone, località che deve il suo nome attuale all'essere stata in epoca romana, di proprietà della Gens Porcia, famiglia a cui apparteneva anche M. Porcio Catone il Censore.
Il tono vagamente rosato della poca luce rimasta annuncia il tramonto e mi obbliga a maggior fretta...


Risalgo nuovamente, per la terza cima da raggiungere, da Monte Porzio Catone, verso Monte Compatri, anche qui segnata su salite.ch (il tratto centrale)


Da qui verso casa, nuovamente discesa per i boschi del Parco Regionale dei Castelli Romani


Quando raggiungo Colonna è ormai quasi buio, l'ultimo strappetto per raggiungere il centro storico non mi intimorisce


Un giro di piazza e da una delle vie laterali appare la bella Chiesa dedicata a S.Nicola di Bari, patrono di Colonna


Alla fine sono a casa, di buon umore, soddisfatto del giro, accaldato e sudato, ma nemmeno troppo stanco, la palestra funziona!

Patito il freddo?
No, basta coprirsi bene, con indumenti antivento all'esterno e traspiranti sulla pelle, e soprattutto come insegnavano le nonne, vestirsi "a cipolla"...
Poi dimenticavo, bisogna avere immediatamente una lavatrice a propria disposizione, questo per evitare di essere mandati in immediata e perpetua clausura forzata dalla consorte!


Ciao a tutti e alla prossima, perdonate la non eccelsa qualità delle foto, fatte in fretta, col cellulare ed una pessima luce

L.

contentmap_plugin
made with love from Joomla.it - No Festival