Statue parlanti, cannonate e curiosità romane...

Sabato scorso sono stato obbligato per lavoro a lasciare il tranquillo ritiro castellano per la capitale.

Uscito di casa al mattino presto con l'intenzione di arrivare a Roma in bipa cambio immediatamente idea a causa del freddo pungente e di un insolito nebbione che dalle nostre parti è un evento davvero raro

Non ho documentazione del nebbione castellano al mattino presto, ma alle otto precise alle porte di Roma la situazione era ancora questa!

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Non mi perdo d'animo e al primo parcheggio disponibile passato il Grande Raccordo Anulare, lascio la macchina, scarico la bipa e salto in sella, sono vestito "a cipolla" ma il freddo si sente!

In realtà non è un mistero che a Roma ogni angolo nasconda una storia e spesso e volentieri anche qualche storiella... la fontanella di cui vi parlerò, detta del "facchino" si trova in una piccola traversa di della notissima Via del Corso, sotto una finestra della storica sede del Banco di Roma, nonostante sia pressochè ignorata dai turisti che le passano a pochi metri a migliaia, è abbastanza famosa essendo una delle "statue parlanti" di Roma.

La più famosa di queste statue è Pasquino, erano l'arma con la quale Roma si è sempre opposta all'arroganza e alla corruzione delle classi dominanti con grande senso dell'umorismo.
Fin dall'antichità infatti cartelli satirici venivano appesi durante la notte presso queste statue, che sorgevano in luoghi ben frequentati della città, così che la mattina seguente chiunque potesse leggerli (o farseli leggere, dato che la stragrande maggioranza della gente era analfabeta!) prima che fossero rimossi dalle guardie.
Le sei statue erano anche note col nome collettivo di "il Congresso degli Arguti".
I cartelli a volte recavano poesie, a volte dei dialoghi umoristici; nella maggior parte dei casi bersaglio della satira era il papa. E gli autori, ovviamente, rimanevano ignoti, ultimamente, salvo a volte Pasquino, queste statue si sono chiuse in un desolante mutismo... eppure mi pare che ce ne sarebbero ancora tante di cose da dire!

Ma torniamo a noi, il Facchino è una piccola fontana che rappresenta una figura maschile, il cui viso è andato quasi del tutto perduto, nell'atto di versare acqua da una botte; secondo una tradizione popolare fu ispirato dalla figura di un acquarolo, colui cioè che raccoglieva acqua dalle fontane pubbliche per rivenderla porta a porta, a modico prezzo - si trova all'imbocco di Via Lata, una delle prime traverse di via del Corso provenendo da Piazza Venezia.



Pedalo verso il centro di Roma e mentre pedalo il cielo sembra finalmente aprirsi, così come una volta arrivato al centro basta girare un angolo per vedere aprirsi inaspettato un simile scorcio!


E' proprio dalle parti del Pantheon che mi fermo per un caffè alla "Tazza d'Oro" locale rinomato che si contende col S.Eustachio (secondo me il migliore) la palma del miglior caffè della Capitale.
Il laboratorio dove il caffè viene selezionato e tostato con antichi macchinari merita di sicuro una visita, non fosse altro che per l'odore invitante del luogo!


Passo davanti a S.Ivo alla Sapienza con la singolarissima conclusione a spirale della lanterna della cupola, capolavoro fra i più noti del Borromini


E' una zona in cui avevano i laboratori gli artigiani e addirittura le vie prendevano nome dal mestiere prevalente...


...un mestiere che qualche volta ancora è esercitato in queste vie


A questo punto decido di fare una comparsata nel report approfittando di una vetrina a specchio...


Poi mi ritrovo a Piazza Navona con il suo tradizionale mercatino natalizio, ma nell'auspicio di riuscire ad essere qui il 21 con Pilota e con chi si vorrà unire, non pubblico foto natalizie e mi dedico ad un'altra (arcinota) curiosità romana legata a questa piazza, ovvero "Bernini contro Borromini"

Gianlorenzo Bernini (1598-1680) e Francesco Borromini (1599-1667) furono i due architetti che contribuirono più di qualsiasi altro artista a Roma al patrimonio barocco della città.
Indubbiamente due maestri assoluti, ma con personalità molto differenti.

Non la faccio lunga ma vari episodi contribuirono a far nascere acredine tra i due architetti e il loro conflitto divenne leggendario, tanto da ispirare credenze popolari sulla loro rivalità.

Al centro di piazza Navona sorge una delle opere più famose di Bernini, la Fontana dei Fiumi (1651).
Sul lato occidentale della piazza, di fronte alla fontana, sorge la chiesa di Sant'Agnese in Agone, la cui costruzione risale a quegli stessi anni; i lavori erano cominciati sotto la guida di Girolamo e Carlo Rainaldi, ma solo un anno dopo era subentrato loro Borromini.

La tradizione popolare vuole che Bernini avesse disegnato due delle figure allegoriche della fontata per burlarsi del rivale; in particolare, una delle due che guardano verso la chiesa, il Rio della Plata, avrebbe la mano sollevata come gesto di protezione dall'imminente caduta dell'edificio. Invece un'altra delle figure, il Nilo, nasconderebbe la testa sotto un velo per non vedere "l'orrenda opera" di Borromini: in realtà il capo velato è un riferimento allegorico al fatto che a quei tempi le origini del Nilo erano ancora sconosciute, essendo state scoperte solo nel XIX secolo.
Alla base del campanile di destra, invece, una piccola statua di Sant'Agnese (anche detta dai romani la sora Agnesina) si porta una mano al petto: ciò veniva letto dal popolo come un gesto di rassicurazione sulla stabilità della chiesa.
Ovviamente tutto ciò è solo leggenda, poiché la chiesa fu terminata qualche anno dopo la fontana stessa, quando le statue erano già al loro posto da tempo e Bernini, per quanto critico, non avrebbe più potuto alterarne la forma.

Non ci credete?
Ecco in basso a sinistra il Nilo che si copre il volto per non guardare la chiesa del Borromini, mentre il Rio della Plata alza la mano atterrito... in alto S.Agnese serena porta la mano al petto per rassicurare tutti, e nel frattempo gira il volto di lato per non guardare la fontana del Bernini!!!


A pochi passi dalla piazza un'altra "statua parlante", la più famosa e l'unica (talvolta) ancora attiva... si tratta del celebre "Pasquino"

Una leggenda dice che il primo Pasquino del 1400, tramandò la satira ad un ragazzo fidato e di idee simili. Da allora, ogni vero Pasquino ha lasciato un suo successore, in modo segreto ovviamente, per ben cinque secoli. Si dice anche che l’ultimo vero Pasquino fu il poeta Gioacchino Belli, che non contento di rimanere nell’anonimato, decise di pubblicare i versi sotto forma di poesie, bloccando così la “dinastia” dei Pasquino. Se ciò è vero è un mistero, non fu un caso però che dalla pubblicazione delle poesie del Belli, i foglietti ai piedi della statua non si videro più. ( http://www.instoria.it/home/pasquino.htm )


E' quasi mezzogiorno, percorro velocemente Corso Vittorio Emanuele II in direzione del Tevere, me ne infischio delle tante belle cose che mi scorrono a fianco, ho un appuntamento che non posso mancare!!!

Nonostante il salitone, più di un anno di allenamento in sella e soprattutto i watt aggiuntivi del mio motore Impulse mi fanno scalare il Gianicolo in tempo per


Lo sparo giornaliero del cannone divenne un'abitudine così popolare tra la gente che quando nel 1849 le truppe francesi assediarono Roma, durante i giorni della Repubblica Romana, la prima cannonata sparata sulla città fu scambiata da molte persone per il segnale di mezzogiorno!
Ecco il soldato soddifatto dopo lo sparo a salve del cannone che annuncia a Roma il mezzogiorno!


(Ricordatevi il cannone che di cannonate ne riparleremo nuovamente a fine report!)

Sarà banale ma non si può andare al Gianicolo e non fare questa foto...


Scendendo dall'altro versante del colle metto in posa la bipa davanti al fontanone... pare avere un certo effetto sulle straniere e io in fondo vado a spasso per Roma con una tedescona!


Passo davanti al bellissimo e ben nascosto Tempietto di S.Pietro in Montorio del Bramante


Ed eccomi a Trastevere con le sue piazze, i suoi monumenti e le sue viuzze caratteristiche brulicanti di locali di tendenza!


Dentro la bellissima S.Maria in Trastevere si celebra un matrimonio abbastanza singolare, alle richieste del celebrante lui risponde in Italiano e la bionda e bella sposina in inglese... auguri a loro e peccato per voi, avrei voluto dirvi della leggenda del petrolio di Roma che qui ha le sue prove inconfutabili, ma a causa del matrimonio in corso non posso fare le foto che vorrei, sarà per la prossima volta!


Passo per Viale Trastevere davanti a quella che fu la manifattura tabacchi pontificia, successivamente sede dei Monopoli di Stato, la scritta sull'edificio ne ricorda ancora la destinazione originaria "PIUS IX P.M. OFFICINAM NICOTIANIS FOLIIS ELABORANDIS... ecc.ecc."


La statua del grande poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli (l'ultimo Pasquino, ricordate?) mi riporta verso il Tevere.
Notate alla sua destra quelle quattro teste, le rivedremo fra poco.


Eccole qui (quelle originali) a sinistra nella foto, su Ponte Fabricio all'Isola Tiberina (detto appunto Ponte dei Quattro Capi)
La leggenda popolare racconta che il nome "Quattro Capi" sia dovuto ad una profonda discordia fra quattro architetti, che, incaricati da Sisto V del restauro del ponte, finirono per passare alle vie di fatto per futili motivi e, per questo, il Papa, alla fine dei lavori, li condannò alla decapitazione sul posto facendo però erigere, a ricordo del loro lavoro, un monumento con quattro teste in un unico blocco di marmo.


Ne ho tante altre da dire e da mostrare lungo il percorso effettuato, ma se mi sto stancando io a scriverle mi figuro la noia mortale nel leggerle... ed allora passo a piè pari su Largo Argentina, sul Campidoglio e su Piazza di Spagna per risalire fino a Villa Medici, quasi al Pincio... per raccontarvi un'altra curiosità:

Villa Medici


Le porte di bronzo originali della villa sono ancora al loro posto, su di una è possibile notare un'evidente ammaccatura rotonda, legata ad una curiosa leggenda.


La leggenda per cui la Regina Cristina di Svezia viene maggiormente ricordata a Roma riguarda infatti la cannonata che, si dice, volle sparare un giorno su Villa Medici.

La versione più accreditata dell'aneddoto chiama in causa il cardinale Decio Azzolino, uomo dalla mente brillante, liberale e anti-nepotista, col quale l'ex sovrana era in stretti rapporti d'amicizia, così stretti che all'epoca dovettero anche destare qualche sospetto; c'è infatti chi sostiene che i due fossero amanti. Pare che un giorno dovessero incontrarsi appunto a Villa Medici, ma il cardinale non si presentò, com'era stato convenuto. Furiosa per la ...sòla che le era stata tirata, Cristina corse a Castel Sant'Angelo e con uno dei numerosi cannoni che armavano le terrazze della fortezza sparò un colpo verso la villa.
C'è anche chi avanza l'ipotesi che il motivo della cannonata fosse l'esistenza di qualche ruggine venutasi a creare tra la dama e la famiglia Medici.
Comunque fossero andati i fatti, la palla di cannone raggiunse il portone di Villa Medici, stampando su uno dei pannelli l'impronta tondeggiante di cui sopra.

Questa è la fontana davanti al portone della villa... attualmente in fase di restauro, non vi mette nulla in mente?

Nella vasca circolare della fontana una sfera di pietra fa zampillare l'acqua: si dice che questa possa essere la stessa palla di cannone sparata dalla regina che, essendo rimasta intatta nonostante l'impatto, venne successivamente usata come ornamento.

 



Mi fermo qui con il report "turistico" e torno elettrociclista, i percorsi castellani fin troppo ricchi di salite non mi permettono quasi mai di testare la superbatteria in condizioni "standard", questo test romano su percorso in saliscendi, ma molto meno ostico di quelli intorno casa mi ha tranquillizzato ... circa 29 Km per far spegnere uno solo sui cinque led che segnalano l'autonomia residua mi pare un risultato degno di rispetto, il tutto nonostante una temperatura mai superiore agli otto/nove gradi centigradi! Brava la mia Agattu Impulse XXL


Anche questa volta grazie davvero della pazienza a chi mi ha seguito fino in fondo!

Ciao a tutti, L.

 

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